650mila famiglie hanno diritto alla casa popolare, ma i Comuni non possono assegnarle

In Italia sono 650mila le richieste di alloggio fatte ai Comuni da chi ne avrebbe diritto, ma la maggior parte rimangono inevase. Il dato era stato già annunciato nel 2013 da Emidio Ettore Isacchini, presidente di Federcasa nel 2013. E quattro anni fa Isacchini aveva previsto che la situazione sarebbe peggiorata. È un allarme che viene da lontano: già nel 2011 Claudio Fantoni, delegato alle politiche abitative e Presidente della Consulta casa Anci (Associazione nazionale comuni italiani),aveva detto che “ben 650 mila le famiglie in attesa delle case popolari". Queste cifre, complice la crisi economica, potrebbero essere cresciute, e dal 2013 a oggi è possibile ipotizzare che altre famiglie abbiano fatto domanda per un casa popolare, ma l'Anci non possiede al momento dati più aggiornati.
Per esempio, secondo il sindacato inquilini della Cisl, la Sicet, a Milano le famiglie in difficoltà che avrebbero bisogno di un alloggio popolare sono 23mila: fino a tre anni fa erano 21.500 le famiglie in lista d'attesa C'è stato dunque un incremento del 2%.
Ma perché queste domande non possono essere soddisfatte? L'Agi ha provato a dare una risposta. I fondi di sostegno per l'affitto sono stati tagliati dal 2000 al 2013, passando da 360 milioni di euro a 14 milioni in 13 anni. Interventi migliorativi sono stati fatti a partire dal 2013, quando altri 50 milioni sono stati stanziati per il sostegno all'affitto per il 2014 e il 2015. Inoltre è stato istituito il “Fondo di garanzia a copertura del rischio di morosità di locatari altrimenti affidabili”, finanziandolo con 20 milioni per il 2014 e altri 20 milioni per il 2015. Queste risorse sono state poi ampliate ulteriormente negli anni successivi, ma non il fondo di sostegno per l'affitto, tecnicamente “Fondo nazionale per l’accesso alle abitazioni in locazione", che dal 2016 in poi non è stato più rifinanziato. La previsione è quindi che se non si interverrà con altri interventi correttivi la situazione potrebbe peggiorare, e nel 2020 si potrebbe ritornare ad una condizione antecedente a quella del 2013.