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25 novembre, tensioni alla sede di Pro Vita durante il corteo, attiviste: “Ci hanno preso a manganellate”

Al corteo contro la violenza sulle donne a Roma si sono registrate tensioni davanti alla sede di Pro Vita. Le attiviste: “Le forze dell’ordine ci hanno preso a manganellate, due ragazze sono rimaste ferite”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Al corteo organizzato da Nonunadimeno a Roma per il 25 novembre contro la violenza sulle donne, al quale hanno preso parte 500mila persone, si sono registrati momenti di tensione davanti alla sede di Pro Vita & Famiglia in viale Manzoni.

Sono state lanciate bottiglie e fumogeni contro l'edificio che era presidiato da un cordone di poliziotti in tenuta anti sommossa. Il gruppo di manifestanti si è poi allontanato. Pro Vita & Famiglia che si è sempre schierata contro il ddl Zan e che proprio negli ultimi giorni ha lanciato una campagna di affissioni contro l'educazione affettiva nelle scuole – pur essendo stata coinvolta dal ministro Valditara proprio nel progetto ‘Educare alle relazioni' -, ha denunciato in tempo reale quanto stava avvenendo durante la manifestazione. "Quelli ‘contro ogni violenza' stanno perpetrando una violenza inaudita contro la nostra sede di Pro Vita Famiglia. Stanno rompendo i vetri delle nostre vetrine, stanno dando fuoco alle serrande", ha scritto su "X" Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita e Famiglia dopo l'aggressione subita da parte di alcuni attivisti. "Un odio cieco e una violenza furiosa. Chi non condanna è complice!!", ha aggiunto Coghe.

Ma anche alcune manifestanti hanno denunciato di aver subito violenze da parte delle forze dell'ordine: "Ci hanno preso a manganellate davanti alla sede di Pro Vita mentre facevano un'azione con fumogeni e scritte sul muro. Due ragazze sono rimaste ferite – ha detto un'attivista – una al viso, che è stata portata in ospedale, l'altra alla testa". 

Ma lo scontro si estende a livello politico, e scendono in campo anche i rappresentanti della maggioranza. "Se assaltano la sede della Cgil c'è (giustamente) indignazione nazionale. Se estremisti rossi assaltano la sede di una Onlus che aiuta e difende le famiglie, silenzio? La solidarietà mia, di tutta la Lega e di tutto il popolo italiano", ha commentato su X Matteo Salvini.

Esponenti del centrodestra hanno chiesto una condanna da parte della segretaria del Pd Elly Schlein e da parte del segretario della Cgil Maurizio Landini: "Sono riusciti a porre un’ombra pesante anche sulle manifestazioni del 25 novembre a tutela della dignità della Donna e contro la violenza di genere", ha detto il deputato di Fratelli d'Italia, Antonio Baldelli. "Da ciò che si apprende dalla stampa e dai video circolati in queste ore le sedicenti femministe di ‘Non una di meno' avrebbero affermato di preferire il ‘vibra' alla vita e alla procreazione: questo il testo d’uno striscione appeso fuori dalla sede dell’associazione ‘Pro Vita e Famiglia', purtroppo oggetto di un proditorio assalto con lancio di bottiglie, rotture di vetri e con urla e frasi offensive. C’è molta confusione: si sfila contro la violenza ma si adottano condotte e modelli violenti e beceri. il Pd di Elly Schlein prenda immediatamente le distanze da questi episodi di intolleranza e sopraffazione. Noi  esprimiamo solidarietà e vicinanza al Movimento Pro Vita e Famiglia".

"Ieri un'onda fucsia ha attraversato moltissime città italiane. In piazza tantissimi giovani, ma anche tanti papà e tante mamme. Tutti uniti dalla voglia di dire basta a una mattanza che sembra senza fine. Eppure, c'è chi ha pensato di strumentalizzare quelle piazze, quel moto di sdegno verso la violenza contro le donne che accomuna tutti noi, da destra a sinistra, per fini politici, per un tornaconto personale. Qualcuno che ha pensato di macchiare quell'onda con cori contro Israele e contro il governo e, ancora, di assaltare la sede di Pro Vita. Gesti indegni e irrispettosi soprattutto per quelle migliaia di persone che ieri chiedevano solo, al contrario, di fermare la violenza in tutte le sue forme. Schlein e Landini erano in quella piazza. Condannino senza se e senza ma i cori a favore di Hamas, lo stesso Hamas che ha usato gli stupri del 7 ottobre come una bandiera da sventolare contro il suo nemico e l'attacco alla sede di Pro Vita. Perché le parole sono importanti e la logica dei due pesi e due misure di questa Sinistra merita di essere abbandonata. Almeno questa volta'‘, ha detto il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera dei deputati Tommaso Foti.

"L’attacco subito da Pro Vita da parte di alcune persone che ieri erano in piazza a manifestare contro la violenza è surreale. È inaccettabile stare in piazza e poi compiere atti di violenza o inneggiare a favore di Hamas fingendo di dimenticare la sua inaudita violenza, gli stupri e i diritti negati alle donne. Schlein e Landini – che ieri hanno scelto di esserci – condannino quanto accaduto perchè quella piazza non meritava di essere macchiata e strumentalizzata. Sarebbe questa la resistenza pacifista, tollerante, democratica e contro ogni violenza? Io non credo. Il 25 novembre appartiene a tutti", ha detto la deputata di Fratelli d’Italia Maddalena Morgante, responsabile nazionale del Dipartimento Famiglia e valori non negoziabili del partito.

Pro Vita: "Mini ordigno nei nostri uffici"

"Oggi, nel recarci presso la nostra sede di Pro Vita e Famiglia dopo i violenti e criminali attacchi transfemministi di ieri durante la manifestazione contro la violenza sulle donne di Nonunadimeno, abbiamo rinvenuto un piccolo ordigno esplosivo dentro i nostri uffici, fortunatamente non entrato in funzione. Siamo sconvolti da questo vero e proprio atto terroristico, volto a intimidirci", ha scritto su ‘X' Jacopo Coghe di Pro Vita e famiglia.

"Quanto accaduto tra ieri e oggi – ha aggiunto – dimostra letteralmente l'ipocrisia dei movimenti femministi e transfemministi che hanno sfruttato i recenti fatti di cronaca per portare avanti un'azione intimidatoria contro la nostra onlus. Una violenza ancor più ingiustificata vista l'attività della nostra associazione: la tutela della vita dal concepimento alla morte naturale, la promozione della famiglia e la tutela della libertà educativa dei genitori. Ringraziamo le Forze dell'Ordine che sono prontamente accorse sul luogo mettendo in sicurezza la sede".

"Ancora più di ieri ci aspettiamo dal sindaco Roberto Gualtieri e dal segretario del Pd Elly Schlein, che hanno partecipato alla manifestazione contro la violenza sulle donne, di prendere le distanze e condannare questi atti violenti e criminali – ha detto ancora Coghe – Li invitiamo a venire a trovarci e a vedere con i loro occhi la furia ideologica che, incurante della presenza della polizia, ha prodotto danni ingenti e solo per caso non ha trovato i nostri collaboratori presenti all'interno, che altrimenti sarebbe stati in serio pericolo. Quanto successo è un attacco non solo a noi ma alla libertà di pensiero e alla democrazia stessa, per questo rimanere in silenzio e non condannare il gesto significherebbe essere complici e avallare i gesti di questi criminali". 

Indaga la Digos: cosa è emerso

La Digos di Roma indaga sulla bottiglia con all'interno polvere pirica, che è stata trovata questa mattina nella sede di Pro Vita e Famiglia di viale Manzoni a Roma, nel corso di un sopralluogo dopo il blitz di alcune attiviste al corteo contro la violenza sulle donne di ieri. Da una prima ricostruzione la molotov sarebbe stata introdotta all'interno degli uffici attraverso un vetro rotto nella parte superiore della saracinesca d'ingresso, proprio ieri nel corso del blitz.

Sul posto questa mattina è intervenuta anche la polizia scientifica e gli artificieri che hanno messo in sicurezza l'ordigno e lo hanno sequestrato. Sulla sede di viale Manzoni sono state trovate diverse scritte come ‘Aborto libero', ‘Morite'. Scritte che sarebbero state realizzate ieri durante il blitz.

Da quanto ricostruito dalla polizia, ieri, quando la testa del corteo aveva già raggiunto piazza San Giovanni, circa duecento manifestanti che si trovavano in coda, alcuni anche a volto coperto, si sono staccati e hanno provato ripetutamente a forzare il blocco delle forze dell'ordine posto a protezione della sede di Pro Vita: avrebbero tolto le transenne e lanciato fumogeni e bottiglie di vetro contro l'edificio e le forze ordine. A quel punto i manifestanti sarebbero sono stati respinti dagli agenti in tenuta anti sommossa.

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