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25 aprile, dieci identificati per aver cantato ‘Bella ciao’: rischiano la denuncia per aver violato la ‘sobrietà’

Dopo la vicenda della fornaia di Ascoli, a Mottola scoppia un altro caso per il 25 aprile: un maresciallo dei carabinieri avrebbe impedito a un gruppo di cittadini che stavano partecipando ai festeggiamenti organizzati dal Comune, di cantare ‘Bella ciao’. In dieci sarebbero stati identificati.
A cura di Annalisa Cangemi
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‘Bella ciao' diventa ancora una volta un caso politico, questa volta a Mottola, provincia di Taranto. Lo scorso 25 aprile, giornata della Liberazione dal nazifascismo, di cui ricorreva l'80esimo anniversario, un maresciallo dei carabinieri avrebbe impedito a un gruppo di cittadini che stavano partecipando ai festeggiamenti organizzati dal Comune, di cantare ‘Bella ciao'.

In dieci sarebbero stati identificati e ora rischiano una denuncia per inosservanza dei divieti delle autorità, e cioè gli inviti alla ‘sobrietà' da parte del governo, che ha dichiarato cinque giorni di lutto nazionale dopo la morte di Papa Francesco. L'episodio si aggiunge al caso di Ascoli Piceno, dove la titolare di un panificio ‘L'Assalto ai forni', ha subito due controlli da parte delle forze dell'ordine per aver esposto uno striscione antifascista, con la scritta: "25 aprile: buono come il pane bello come l’antifascismo".

"Ci hanno vietato di cantare gli inni della Resistenza, ha raccontato Sergio Maglio, 69enne di Mottola e studioso di storia locale, che ha assistito all'epidodio: "Niente sbracature o incitazioni alla violenza, solo le consuete note di ogni nostro 25 aprile", ha denunciato, come riporta la Gazzetta del Mezzogiorno. Secondo quanto risulta, questi cittadini, dai 30 ai 50 anni,
avrebbero chiesto alla banda musicale, che stava eseguendo l'inno di Mameli, di suonare anche ‘Bella Ciao' e ‘Fischia il Vento'.

Stando a quanto riporta Taranto Today, sia la banda sia l'amministrazione comunale si sarebbero però rifiutate di accogliere la richiesta, ricordando gli appelli alla sobrietà arrivati dall'esecutivo, dopo la morte di Papa Francesco.

Secondo il maresciallo dei carabinieri in servizio questi canti erano inappropriati, viste le raccomandazioni del governo, e così avrebbe intimato ai presenti di interromperli, giustificando il suo divieto con disposizioni impartite dalla prefettura. "È vero, c’era un invito alla sobrietà – ha aggiunto Maglio – ma questo significa che ognuno non deve oltrepassare i limiti del lecito. È illecito forse cantare canzoni storiche come ‘Bella Ciao' o ‘Fischia il Vento' che siano poco appetibili al gusto musicale del carabiniere di turno?".

Contro la criminalizzazione di questi manifestanti si è schierato anche il vice sindaco di Mottola, Giuseppe Scriboni, che nel giorno delle celebrazioni sostituiva il sindaco Giampiero Barulli: "È inimmaginabile che qualcuno possa impedire di cantare una canzone. Prima che il corteo iniziasse, io stesso ho invitato i presenti a essere sobri, ma non mi sarei mai sognato di vietare una cosa del genere", ha detto alla Gazzetta del Mezzogiorno.

Fratoianni annuncia un'interrogazione parlamentare

La vicenda approda in Parlamento, con un'interrogazione al ministro dell'Interno da parte del leader di Sinistra italiana Nicola Fratoianni: "Chissà se il maresciallo dei carabinieri che ha denunciato, a Mottola in provincia di Taranto, 10 cittadini accusati di aver voluto cantare ‘Bella Ciao' e ‘Fischia il Vento' durante le celebrazioni del 25 aprile, sa che per liberare l'Italia dai nazisti e dai loro servi fascisti l'Arma dei Carabinieri ha perso quasi 3mila uomini. E chissà se ha compreso le parole utilizzate dall'attuale comandante generale che solo pochi mesi fa ricordando il sacrificio di Salvo D'Acquisto lo ha definito ‘un esempio luminoso di coraggio, abnegazione e amore per il prossimo, che supera i confini del tempo: un modello di riferimento per tutti i Carabinieri e per le future generazioni'".

"Evidentemente non lo sa o meglio non intende riconoscerlo. Anche perché pare che circolino dei suoi dí Facebook di alcuni anni fa inneggianti al fascismo", ha scritto il leader Avs Nicola Fratoianni.

"Non comprendiamo ad esempio perché i suoi superiori non siano ancora intervenuti per sospenderlo dal servizio. La denuncia di cui si è fatto promotore è assolutamente inaccettabile e in contrasto con i valori costituzionali. È per questo che in attesa di conoscere i provvedimenti che intende assumere il Comando Generale, presenteremo un'interrogazione parlamentare al ministro dell'Interno su questa vicenda surreale e nello stesso tempo gravissima".

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