1 maggio, Meloni dice che i salari reali crescono, Landini risponde: “Forse aumenta il suo, non so dove vive”

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un video diffuso alla vigilia del 1 maggio, Festa del lavoro, in cui ha annunciato tra l'altro di aver reperito insieme all'Inail 650 milioni di euro per la sicurezza sul lavoro, ha dichiarato che i salari reali crescono.
Meloni, in un passaggio del videomessaggio girato in occasione del 1 maggio, ha detto che i salari reali "crescono in controtendenza rispetto al passato". La premier ha sottolineato che "tra il 2013 e il 2022 con i precedenti governi nel resto d'Europa il potere d'acquisto dei salari aumentava del 2,5% mentre in Italia diminuiva del 2%. Da ottobre 2023 la tendenza è cambiata e le famiglie stanno progressivamente recuperando il loro potere d'acquisto con una dinamica dei salari che è migliore e non peggiore rispetto a quella del resto d'Europa: c'è chiaramente ancora molto molto da fare però i numeri, che alla fine raccontano la realtà, sono incoraggianti". Ma queste affermazioni sono state contestate dalle opposizioni e dai sindacati.
La risposta di Landini a Meloni
"Non so se la premier si riferisca al suo salario, non so di quale salario stia parlando: se va in mezzo alla gente vede che non arriva alla fine del mese. Questo sta succedendo, non so dove vivono loro, non so in quale palazzo si sono chiusi", ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, dal corteo a Roma per il Primo maggio, replicando alle dichiarazioni della premier Giorgia Meloni sulla crescita dei salari reali.
Il governo che ha convocato i sindacati sul tema della sicurezza del lavoro l'8 maggio. E il segretario Landini ha invitato l'esecutivo ad aprire "una vera trattativa", che tenga conto delle "proposte avanzate dalla Cgil già due anni e mezzo fa".Parlando con i giornalisti alla partenza del corteo del 1 maggio a Roma, Landini ha poi affermato: "Gli incontri finti a Palazzo Chigi non ci interessano. Vogliamo avere l'occasione di aprire una trattativa vera, che noi abbiamo già da due anni avanzato. Una piattaforma con delle richieste molto precise: cancellare il lavoro in subappalto, cancellare le forme di precarietà assurde, investire sulla formazione e fare assunzioni. E ancora: investire sulla prevenzione ed estendere l'elezione dei rappresentanti alla sicurezza per tutti i lavoratori dandogli dei mezzi e introducendo una vera patente a punti per le imprese, e se le imprese non rispettano le norme e le leggi non debbano lavorare".
E ha insistito: "Questo è il tema di fondo che noi vogliamo affrontare, noi siamo pronti a ottenere queste cose. Per cambiare delle leggi balorde non c'è bisogno di investire dei soldi, basta la volontà politica di cancellarle. Se le cose si fanno e si abbandona la propaganda noi siamo disponibili, ma basta con le finte".
Se dal governo "non ci saranno risposte adeguate, credo si debba aprire una fase di mobilitazione e di sostegno alla piattaforma unitaria per la sicurezza sul lavoro", ha aggiunto. "Dobbiamo usare tutti gli strumenti democratici, anche quello del voto. Un diritto conquistato quello di andare a votare", riferendosi ai referendum dell'8 e 9 giugno su lavoro e cittadinanza, tra cui c'è anche un quesito sulla sicurezza.
Landini rilancia il referendum sul lavoro
Per il segretario della Cgil, in tema di sicurezza del lavoro il governo "non sta andando nella giusta direzione". Parlando al corteo del 1 maggio a Roma, il leader della Cgil ha spiegato: "per quello che ci riguarda non è sufficiente stanziare un po' di soldi, ma è necessario cambiare le leggi. E per farlo c'è anche lo strumento del referendum ed è necessario utilizzarlo perché col referendum tutti i cittadini possono direttamente intervenire per cancellare quelle leggi balorde che in questi ultimi vent'anni sono state fatte' con il risultato che oggi aumentata la precarietà, i salari sono bassi e sono anche aumentate le morti sul lavoro. È ora di cambiare".
Anche Giuseppe Conte ha rilanciato i referendum della Cgil per l'abolizione del Jobs Act, dichiarando che voterà sì: "Lavoratori senza tutele, precarietà, boom di cig, il 9% degli occupati in povertà", "quattro giovani su dieci che guadagnano meno di nove euro all'ora", "tre lavoratori al giorno che escono di casa al mattino e non rientrano la sera perché muoiono. Non è questa la Repubblica fondata sul lavoro che ci racconta la nostra Costituzione", "diciamo basta".
"Ai referendum dell'8 e 9 giugno il M5s dirà 4 volte sì", è "una prima occasione per iniziare a riconquistare il diritti e tutele sottratti ai lavoratori da scelte e leggi sbagliate, a partire dal Jobs act".
Sui "salari reali" opposizioni all'attacco
"Ora è tutto chiaro: la presidente Meloni è andata a vivere su Marte, forse con l'aiuto di Musk. Avrà girato da lì il video pubblicato poco fa in cui esulta per l'aumento di stipendi e potere d'acquisto delle famiglie, per come va bene la dinamica dei salari degli italiani rispetto al resto d'Europa", ha scritto sui social Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 stelle. "Houston chiama Meloni: Eurostat ci informa che il 9% dei lavoratori full-time è in povertà, l'Istat ci dice che gli stipendi sono a -8% sul 2021, sono stati tagliati fino a 100 euro in busta paga ai redditi più bassi col pasticcio dell'ultima manovra e gli stipendi sono aumentati sì, ma solo ai ministri. È il momento di tornare con i piedi per terra, fra la gente, per dare risposte vere".
"Non bastano i Cdm e gli annunci del 1° maggio sulla sicurezza sul lavoro: il diritto al lavoro non è una candelina da accendere una volta all'anno".
"La nostra Repubblica è fondata sul lavoro, lo scrive la costituzione. Non può essere però fondata sul lavoro povero, precario e sfruttato. Per questo è importante essere in tanti oggi in piazza per ribadire la dignità del lavoro", ha detto la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, a margine del corteo organizzato dalla CGIL a Roma per il 1 maggio. "Per questo noi insistiamo in questi giorni – ha continuato la segretaria dem – per approvare un salario minimo in questo paese".
Schlein ha ricordato che "l'Italia è fanalino di coda nei paesi del G20 sul salario" e, secondo i dati OCSE, "è l'unico paese in cui i salari sono diminuiti invece che aumentare". Sulla base di questo il Pd crede sia "necessario calendarizzare la legge di iniziativa popolare delle opposizioni sul salario minimo".
La segretaria ha ricordato che il governo Meloni "ha cercato di bloccare" questa legge, non avendo avuto "neanche il coraggio di votare contro, perché sanno che anche molti dei loro elettori sono a favore del salario minimo". Schlein ha poi dichiarato di essere anche in favore "dei rinnovi dei contratti", perché 5 milioni di lavoratori sta ancora aspettando il rinnovo dei contratti nazionali, mentre "l'inflazione ha mangiato il potere d'acquisto degli italiani" e il costo delle bollette è quello "più caro d'Europa". "Il governo continua a raccontare un paese che non c'è. Giorgia Meloni continua a mentire a viso aperto sui salari negando persino i dati usciti dall'ISTAT due giorni fa che dicono con chiarezza che non si sono recuperati i salari per l'8% dal 2021. Esca dal palazzo, venga in mezzo ai lavoratori e si occupi delle loro condizioni di vita, perché sono loro a mandare avanti questo paese".
"Nei primi mesi del 2025 abbiamo assistito a dati preoccupanti per il mondo del lavoro e dell'economia, dalla posizione dell'Italia al fondo delle classifiche europee per quanto riguarda i salari reali ai numeri tragici degli incidenti nei luoghi di lavoro. È inutile quindi che con un video social Giorgia Meloni venga a raccontarci la sua favoletta, perché i fatti sono ben altri. Le misure proposte dal Governo fin qui sono state inutili: basta bugie, si lavori con strumenti davvero utili ed efficaci sui salari e sulla sicurezza", ha detto Chiara Gribaudo, vicepresidente del Partito Democratico, sul video diffuso da Giorgia Meloni. "Attendiamo con trepidazione le ‘nuove misure concrete' di cui parla Giorgia Meloni, perché ora il suo Governo non ha più scuse per non portare avanti le politiche sul lavoro di cui l'Italia necessita. Sicuramente non ci basta un video propagandistico in cui la premier racconta la favola, che non corrisponde alla realtà, sulle condizioni del mondo del lavoro nel nostro Paese".
"Le nostre proposte non sono state prese in considerazione e i soldi che arrivano dall'Inail sono inutili senza la volontà politica di cambiare realmente la situazione, perché se a queste parole non seguiranno i fatti c'è il rischio che non cambi niente. Vogliamo il salario minimo, badge elettronici nei cantieri, formazione, diritti nella catena dei subappalti, un aumento reale delle ispezioni e degli ispettori, una procura speciale".
Anche Iv ha contestato il video di Meloni: "Giorgia Meloni si conferma per quello che è: una Influencer venditrice di fumo. Davvero incredibile inventare aumenti salariali inesistenti per giustificare l'inerzia del governo, proprio all'indomani della denuncia del presidente Mattarella", ha detto la senatrice Raffaella Paita, capogruppo al Senato di Italia Viva. "Meloni, sfidando il ridicolo, parla di salari reali aumentati quando, non più di 24 ore fa, l'Istat ha certificato che le retribuzioni contrattuali reali di marzo 2025 sono inferiori dell'8% rispetto a gennaio 2021. L'esatto contrario di quanto sostiene oggi la premier con il solito video messaggio. L'unica cosa che aumenta sono le tasse, proprio oggi l'Ocse mette nero su bianco l'impennata del cuneo fiscale per un lavoratore single senza figli, arrivato al 47,1%. Non si possono prendere in giro così gli italiani".