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Petardi, uova e fumogeni a Palazzo Madama: è la protesta contro la manovra

Mentre al Senato veniva approvata la manovra economica fuori dall’Aula scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. Momenti di tensione anche presso la residenza romana del Premier e a Montecitorio.
A cura di Antonio Palma
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Scontri durante l'approvazione della manovra economica al Senato

Mentre era in atto al Senato la votazione per l’approvazione del maxiemendamento alla manovra economica, fuori si sono verificati diversi scontri tra forze di polizia e alcuni manifestanti. Dopo lo sciopero indetto ieri della Cgil, nei pressi di piazza Navona l’Usb, Unione sindacale di base e  la Federazione della sinistra, insieme ad altri movimenti, avevano installato un presidio permanente per protestare contro il provvedimento economico. Oggi pomeriggio, durante il voto di fiducia, alcuni manifestanti, per far ascoltare la protesta ai senatori, hanno cercato di rompere il blocco della Polizia e avvicinarsi a Palazzo Madama lanciando uova e fumogeni. Le forze dell’ordine, già schierate dalla mattina per evitare qualunque accesso verso Palazzo Madama, hanno caricato almeno due volte i manifestanti per tentare di disperderli.

Mentre all’interno del Palazzo si criticava Berlusconi, accusandolo di aver fatto perdere fiducia all’Italia a livello internazionale, qualche centinaio di manifestanti, tra appartenenti ai sindacati di base, ai movimenti di lotta per la casa, ai comitati ambientalisti e agli studenti di alcuni atenei, hanno inscenato una protesta non autorizzata davanti palazzo Grazioli, residenza romana del Premier. Le forze dell'ordine, anche qui in assetto antisommossa, subito sono intervenute per bloccare ogni tipo di acceso verso via del Plebiscito, mentre molti negozi a causa degli scontri sono stati costretti a chiudere. Dopo alcuni attimi di tensione con le forze di Polizia, i manifestanti sono tornati verso piazza Argentina.

Una volta appreso dell’approvazione della manovra e che da domani la discussione si sposterà alla Camera, i manifestanti hanno trasferito il loro presidio, abbandonando il Senato e dirigendosi verso Montecitorio perché, come dichiarato da alcuni di loro, “la battaglia continua”. Anche qui ad attenderli hanno trovato le forze dell’ordine in tenuta antisommossa che stanno bloccando qualunque accesso e tengono la situazione sotto controllo anche con piccole cariche di alleggerimento.

L’eco degli scontri, comunque, è arrivato anche all’interno di Palazzo Madama, dove il presidente Renato Schifani, dopo la votazione e prima di dare i risultati definitivi, ha informato i senatori degli scontri avvenuti all’esterno, condannandoli duramente, “il diritto di manifestare e di scioperare è tutelato dalla Costituzione, ma il ricorso alla violenza è contro la democrazia e il Paese”. Schifani inoltre ha ringraziato le forze dell’ordine per il lavoro svolto, mettendo a repentaglio anche la propria vita per impedire ogni accesso al Senato.

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