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Pescara, padre padrone teneva segregate moglie e figlie e le chiamava con dei numeri

L’uomo non permetteva in alcun modo che moglie e tre figlie minorenni uscissero di casa e impediva loro ogni contatto con l’esterno,sottoponendole a continui maltrattamenti e vessazioni. Il 50enne, arrestato dai carabinieri, era arrivato infine a chiamarle con numeri al posto dei loro veri nomi.
A cura di Antonio Palma
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Aveva segregato in casa moglie e figlie minorenni sottoponendole a continui maltrattamenti e vessazioni e impedendo loro ogni contatto con l'esterno, arrivando infine a preferire i numeri al posto dei loro veri nomi per chiamarle. È la terribile storia di violenza famigliare che da mesi si consumava all'interno di un'abitazione di Loreto Aprutino, in provincia di Pescara, a cui i carabinieri della locala stazione insieme ai colleghi della Compagnia di Montesilvano hanno messo finalmente fine nelle scorse ore arrestando il capofamiglia e padre padrone. Si tratta di un 50enne per il quale il Gip di Pescara ha disposto gli arresti domiciliari, ovviamente lontano dalla famiglia.

Secondo le indagini dei militari,  l'uomo non consentiva ai familiari nessuno tipo di movimento autonomo fuori casa e si occupava in prima persona di tutte le necessità quotidiane evitando ogni pretesto che potesse portare la moglie e le ragazzine fuori dalle mura domestiche. Aveva perfino smesso di chiamarle con il proprio nome, preferendo i numeri: 2 per la moglie, 3, 4 e 5 per le tre figlie minorenni e scegliendo per sé ovviamente il numero 1. Stanca di questa situazione ormai insostenibile, era stata la moglie a far scattare le indagini, denunciando il marito. All'uomo erano stati già imposti dall’autorità giudiziaria l’allontanamento dalla casa familiare e il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dai familiari. Nonostante questo però avrebbe tentato più volte di avvicinarsi a moglie e figlie, per questo è stato nuovamente segnalato alla procura e ora arrestato.

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