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Papa Francesco alla via Crucis: “Migranti nuovi crocifissi, porte chiuse da calcoli politici”

La preghiera di Papa Francesco dopo il rito principale del Venerdì Santo, dedicato quest’anno alle vittime della tratta di esseri umani. Dai migranti ai bambini abusati, dalle famiglie spezzate ai consacrati fedeli che vengono rifiutati, “Gesù, aiutaci a vedere nella Tua Croce tutte le croci del mondo” ha scandito Bergoglio.
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A cura di Antonio Palma
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Ci sono "nuovi crocifissi nel mondo", dai bambini abusati alle famiglie spezzate, dai consacrati fedeli che vengono rifiutati ai migranti "che trovano le porte chiuse a causa della paura e dei cuori blindati dai calcoli politici". È quanto ha ricordato nella serata di venerdì Papa Francesco  al termine della tradizionale via crucis del Venerdì Santo al Colosseo, con una preghiera di suo pugno in cui elenca una lunga serie di "croci" e accusa "l’indifferenza generata da politiche esclusive ed egoiste" ed esorta i governanti perché "ascoltino il giro dei poveri, gli esclusi della società, i nuovi crocifissi". "Gesù, aiutaci a vedere nella Tua Croce tutte le croci del mondo" ha scandito Bergoglio, elencando: "C'è la croce delle persone affamate di pane e di amore; la croce delle persone sole e abbandonate perfino dai propri figli e parenti; la croce delle persone assetate di giustizia e di pace; delle persone che non hanno il conforto della fede; degli anziani che si trascinano sotto il peso degli anni e della solitudine; la croce dei migranti che trovano le porte chiuse a causa della paura e dei cuori blindati dai calcoli politici; dei piccoli, feriti nella loro innocenza e nella loro purezza; dell’umanità che vaga nel buio dell’incertezza e nell’oscurità della cultura del momentaneo".

Il Pontefice però non ha dimenticato i calvari della stessa chiesta cattolica: "La croce dei tuoi figli che, credendo in Te e cercando di vivere secondo la Tua parola, si trovano emarginati e scartati perfino dai loro famigliari e dai loro coetanei", "la croce delle nostre debolezze, delle nostre ipocrisie, dei nostri tradimenti, dei nostri peccati e delle nostre numerose promesse infrante", "la croce della Tua Chiesa che, fedele al Tuo Vangelo, fatica a portare il Tuo amore perfino tra gli stessi battezzati", "la croce della Chiesa, la Tua sposa, che si sente assalita continuamente dall'interno e dall'esterno", "la croce della nostra casa comune che appassisce seriamente sotto i nostri occhi egoistici e accecati dall'avidità e dal potere".

Il tema degli emarginati e dei più deboli in realtà è stato al centro di tutte le riflessioni della via crucis di quest'anno anche grazie alle meditazioni di suor Eugenia Bonetti, la missionaria della Consolata e presidente dell’Associazione “Slaves no more”, a cui il Papa ha affidato i testi della Via Crucis. La suora, missionaria e da anni in prima fila contro la tratta delle donne a scopo di sfruttamento sessuale, ha voluto ricordare "quanti agonizzano oggi nei troppi calvari sparsi per il mondo, tra cui i campi di raccolta simili a lager nei Paesi di transito, le navi a cui viene rifiutato un porto sicuro, le lunghe trattative burocratiche per la destinazione finale, i centri di permanenza, gli hot spot, i campi per lavoratori stagionali".

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