5.976 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Padova, papà dona parte del suo fegato al figlio di pochi mesi e gli salva la vita

È successo a Padova, nel Centro di chirurgia epatobiliare e trapianti di fegato dell’Azienda ospedaliera diretto dal professor Umberto Cillo. Nell’ospedale veneto non si eseguiva un trapianto epatico da donatore vivente da 20 anni.
A cura di Susanna Picone
5.976 CONDIVISIONI
Immagine

Dona un pezzo del suo fegato al figlio di pochi mesi e lo salva. È successo a Padova, nel Centro di chirurgia epatobiliare e trapianti di fegato dell'Azienda ospedaliera diretto dal professor Umberto Cillo, dove nel 2017 sono stati realizzati 109 trapianti da donatore cadavere e uno da donatore vivente. La storia di questo papà che ha donato un quarto del suo fegato al figlio malato ricalca quella che nel 1997 sempre da Padova fece il giro d’Italia, arrivando addirittura anche al Papa, che decide di incontrare il ragazzo che aveva avuto dal padre, un ferroviere croato, una parte di fegato e si era così salvato da un tumore. Anche adesso, come accaduto nel 1997, non c’era tempo da perdere.

Padre e figlio stanno entrambi bene – Quando i medici hanno capito che il bambino, che pesava dieci chili, aveva bisogno di un trapianto urgente e si è scoperto che non c’erano organi disponibili per salvarlo, il padre ha accettato di donare il lobo sinistro del suo fegato. Anche la mamma del bambino si era offerta di donare parte del suo fegato al figlio. A quel punto lo staff del professor Cillo ha ottenuto il via libera dal Ministero della Salute per eseguire l'operazione. Da quanto si apprende, padre e figlio sono stati dimessi dopo una breve degenza e stanno entrambi bene.

A complimentarsi "con il professor Cillo e tutta la sua équipe per il risultato di questo intervento di alta complessità” è il Centro nazionale trapianti. “Esprimiamo i più vivi complimenti anche all'assessorato alla Salute della Regione Veneto e all'Azienda ospedaliera di Padova che si conferma quale eccellenza del nostro sistema, in termini di qualità delle cure offerte e dell’alto numero di trapianti eseguiti”, così il Cnt in una nota. “Nel nostro Paese – continua – si svolge una regolare attività trapiantologica su pazienti pediatrici sia da donatore deceduto che, come nel caso di Padova, da donatore vivente. Negli ultimi anni, grazie ad un protocollo specifico, è stato possibile diminuire la lista di attesa per i piccoli pazienti che necessitano un trapianto di fegato. Questo protocollo, infatti, prevede che il fegato di ogni donatore deceduto sotto i cinquanta anni di età venga suddiviso in due porzioni per consentire due trapianti: il primo in favore di un ricevente adulto, il secondo per un paziente pediatrico”.

5.976 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views