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Orso ucciso “per vendetta”, primo esemplare abbattuto dopo 40 anni

In Trentino qualcuno ha ucciso M2, l’orso che nel 2012 aveva sbranato asini e manzi. All’esemplare era stato di recente istallato un chip per monitorarne gli spostamenti.
A cura di Redazione
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La fuga, lo sparo e la corsa con la zampa ferita. Poi si accascia e muore. Il suo nome è un codice, come quello che si assegna ad un'operazione militare da portare a termine con l'eliminazione dell'obiettivo: M2 era un orso, pesava 210 chili, nel 2012 aveva ucciso dieci acini e diversi manzi, ed ora è morto. I forestali, che l'anno scorso avevano addormentato l'esemplare per applicarvi un microchip con segnale GPS, sono ora alla caccia dei bracconieri che hanno ucciso M2. Dopo i capi sbranati tra la val Rendena e la valle di Rabbi, in Trentino, l'orso era tornato ad essere sotto controllo e si apprestava ad entrare in letargo. Eppure, osserva la forestale, a motivare l'uccisione è stata "forse una vendetta".

Contro l'orso si erano espressi in passato diversi pastori e cittadini trentini allarmati dalla presenza del predatore. Durante una manifestazione lo striscione "Basta orsi" esprimeva una preoccupazione all'apparenza molto diffusa. Una delle padrone di uno dei capi sbranati aveva mostrato nella piazza del paese la carcassa dell'asina, spiegando che "tutti devono vedere il dolore che questo animale ha procurato". Gli orsi ora presenti nel Trentino furono importati tra il 1998 e il 2002 dalla Slovenia, dove diversi pastori rimanderebbero volentieri al mittente la pericolosa consegna. Eppure, la Provincia autonoma di Trento rimborsa i danni causati dal predatore e, soprattutto, incentiva economicamente chi protegge i propri capi con recinti anti-orso.

I cacciatori, dunque, non sono i soli ad essere sospettati. Sono stesso loro a far osservare che l'abbattimento di M2 è gradito a molti concittadini, mentre per loro l'orso sarebbe solo motivo di orgoglio. Giampaolo Sassudelli, presidente dei cacciatori trentini, ha precisato infatti che "Non siamo noi quelli a cui l'orso dà fastidio, ma se verrà fuori che il responsabile è uno dei nostri gli ritireremo la licenza a vita". Intanto i forestali che hanno monitorato negli anni lo spostamento degli esemplari provenienti dalla Slovenia, hanno sottolineato che si sono contanti tanti avvistamenti in strada e sulle piste da sci, ma in questi anni "l'orso non ha mai attaccato le persone".

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