4 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Omicidio Musy, ergastolo per Francesco Furchì

La Corte d’Assise di Torino ha accolto le richieste dell’accusa e ha condannato l’uomo per l’omicidio del consigliere comunale.
A cura di Antonio Palma
4 CONDIVISIONI
Immagine

La Corte d'Assise di Torino ha condannato alla pena dell'ergastolo Francesco Furchì, l'uomo imputato dell'omicidio di Alberto Musy, il consigliere comunale torinese raggiunto da cinque colpi di pistola nel marzo del 2012 e morto nell’ottobre 2013 dopo 19 mesi di agonia. I giudici hanno accolto completamente l'impianto accusatorio del pm Roberto Furlan, che contestava anche la premeditazione e i futili motivi e aveva richiesto per l'imputato anche sei mesi di isolamento diurno in carcere. Lo stesso collegio giudicante ha stabilito una provvisionale da un milione e 200mila euro che Furchì dovrà versare alla famiglia di Musy come risarcimento danni. Nel dettaglio, i giudici hanno riconosciuto alla vedova di Musy, che rappresentava anche le quattro figlie, una provvisionale complessiva di un milione di euro. Alla madre di Musy, Paola Pavia, e alla sorella Antonella una provvisionale di 100mila euro ciascuna. Per il Comune di Torino, che si è costituito parte civile, l'acconto invece è di 30mila euro, mentre per l'Università del Piemonte Orientale, dove insegnava Musy, la somma è di 83 mila euro. Furchì infine è stato anche dichiarato decaduto dalla responsabilità genitoriale.

La moglie di Musy: "È una liberazione"

"È una liberazione, finalmente so che cosa dire alle mie bambine quando torno a casa" ha commentato a caldo Angelica Corporandi d'Auvare, moglie di Alberto Musy, aggiungendo: "Mi aspettavo un verdetto del genere, per tutti noi è una liberazione, ora possiamo tornare a vivere. Ringrazio la Squadra Mobile della polizia per il grande lavoro fatto. Dopo l'agguato non sapevamo proprio chi potesse essere, abbiamo considerato tutte le possibili ipotesi senza capire chi potesse avercela con Alberto". L’imputato, che ha seguito quasi tutte le udienze, dal suo canto si è sempre professato innocente e anche dopo la sentenza ha commentato: "È un'ingiustizia, io sono innocente".

4 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views