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Omicidio Biagi, nuova inchiesta sulla mancata scorta dopo carte sequestrate a Scajola

I documenti sequestrati all’ex segretario di Scajola per un’altra inchiesta sono state acquisite dalla Procura di Bologna.
A cura di Antonio Palma
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A dodici anni dall'uccisione di Marco Biagi si riapre il caso della mancata scorta del giuslavorista. La procura di Bologna, infatti, ha deciso di riaprire il fascicolo di indagine sui fatti che portarono alla revoca della scorta del professore Marco Biagi poi ucciso dalla brigate rosse in un agguato nel capoluogo emiliano. Lo rivela il Corriere di Bologna secondo il quale a chiedere la riapertura delle indagini è stato il pm Antonello Gustapane a seguito di alcuni documenti sequestrati all'ex segretario di Claudio Scajola, Luciano Zocchi. Ricordiamo che all'epoca dei fatti il Ministero dell’interno era diretto proprio da Scajola, che aveva deciso di ritirare la scorta al professore nonostante le sue continue richieste. Scajola, arrestato pochi giorni fa con l’accusa di aver favorito la latitanza del collega di partito Amedeo Matacena, proprio a seguito di una sua sfuriata contro il giuslavorista Biagi definito "un rompicoglioni" fu costretto alle dimissioni.

Nessun indagato – Il materiale acquisito dalla Procura di Roma nell'ambito di un'altra indagine è stato già trasmesso a Bologna per competenza. Il fascicolo per il momento comunque è solo conoscitivo e dunque senza indagati né ipotesi di reato. Sullo stesso caso, nel 2003, il pm Gustapane chiese l’archiviazione dall’accusa di cooperazione colposa in omicidio per quattro accusati: l'allora direttore dell'Ucigos, Carlo De Stefano, il suo vice Stefano Berrettoni, il questore Romano Argenio e il prefetto Sergio Iovino.

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