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Ciao!
Bentornato a te che non vuoi lasciarti sfuggire le ultime novità sulla scuola! Anche se la vita tra i banchi sembra ancora lontana, La Nostra Scuola ti ricorda che mentre ti godevi il mare, la montagna, o il riposo nelle città semideserte, il ministro Valditara ha annunciato che a partire da settembre verranno istituiti, in via sperimentale, i presìdi territoriali di esperti psicologi a supporto delle istituzioni scolastiche (per i quali la legge di Bilancio ha previsto un fondo di 10 milioni di euro per il 2025, e di 18,5 milioni di euro a partire dal 2026).

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Un’altra importante riforma, che scatterà dal prossimo anno scolastico e di cui scriveremo prossimamente in questa newsletter, riguarda il voto di condotta nella scuola secondaria: in pratica gli studenti che otterranno 6 in condotta non verranno automaticamente bocciati, ma dovranno superare un “compito di cittadinanza” per essere ammessi all’anno successivo.

Passiamo al menu del giorno. Il problema delle cattedre scoperte non si è ancora risolto, e torna puntuale anche quest’anno. A questo si aggiunge dal 1 settembre un’altra questione, quella della mancanza di dirigenti scolastici: centinaia di scuole infatti daranno il via alle lezioni senza un preside a dirigerle. E se le scuole non funzionano o si ritrovano senza una guida, i primi a pagarne le spese sono i ragazzi.

Infine, la vicenda dei docenti di sostegno precari, che ti raccontiamo oggi, dimostra che ancora una volta sono proprio loro, gli insegnanti non di ruolo, a subire maggiormente le conseguenze dei disservizi, tecnici e organizzativi, del sistema scolastico, nonostante contribuiscano, magari da anni, a garantire l'inclusione scolastica, offrendo un supporto agli alunni con disabilità. Insomma, come al solito, piove sul bagnato.

IL TEMA DEL GIORNO

Pochi insegnanti alla vigilia del ritorno sui banchi: "Le scelte di Valditara non rispondono al bisogno di stabilità della scuola italiana"

Manca, dunque, sempre meno all’inizio della scuola. I primi a tornare sui banchi il prossimo 8 settembre 2025 saranno gli studenti della provincia autonoma di Bolzano, ma i docenti, in tutta Italia, cominceranno a prendere servizio a partire dal primo del mese. Per chi non è ancora di ruolo, questi sono giorni di tensione, in attesa del conferimento delle cattedre. Come abbiamo più volte ricordato, il precariato tra i docenti è un problema dilagante. Eppure, non mancano i paradossi. Un esempio? Tra i problemi del prossimo anno scolastico c’è proprio la carenza di insegnanti.

Hai capito bene: nonostante le centinaia di precari, le cattedre scoperte restano un problema, causato soprattutto dalle mancate stabilizzazioni. Per garantire la continuità didattica fino alla fine dell’anno saranno necessari oltre 35mila supplenti, con più di 18mila posti di sostegno in deroga. Solo in Lombardia – per fare un esempio -, secondo la Flc Cgil regionale, servono 20mila supplenti per coprire le cattedre vacanti, con la situazione più difficile che si registra proprio sul sostegno, dove si contano 14mila cattedre in deroga.

Le scelte fatte dal governo e dal ministro Valditara rispetto al reclutamento non rispondono al bisogno di stabilità della scuola italiana. Il contingente assunzionale finalizzato al ruolo è inferiore rispetto ai posti vacanti e questo è un dato che si ripete per il terzo anno consecutivo. Anche rispetto al contingente autorizzato, in molte situazioni non si riescono a fare le assunzioni previste. Il caso citato della Lombardia è eclatante da questo punto di vista”, ha spiegato a Fanpage.it Manuela Calza, segretaria nazionale Flc Cgil.

Perché si verifica una situazione del genere? “In parte – ha spiegato ancora Calza – perché un pacchetto di questi posti sono destinati ai vincitori di un concorso che non è ancora concluso, e quindi vengono prorogate al 31 dicembre, il che creerà un avvicendamento di docenti su questi posti. E poi sul sostegno non ci sono abbastanza docenti specializzati nelle graduatorie di merito ovvero quelle concorsuali, ma non ce ne sono nemmeno abbastanza nelle GPS, perché a queste si può attingere per le assunzioni finalizzate al ruolo. Eppure, dopo tutte queste operazioni, resta un dato allarmante sul sostegno, con oltre 7mila posti in tutto il paese che non sono stati coperti. Di questi, la maggior parte sono sulla scuola primaria. Quindi inizieremo l’anno scolastico con quasi 7mila posti in meno, poi vedremo cosa succederà con la mini call veloce. A ciò si aggiungano le decine di migliaia dei posti assegnati in deroga per arrivare a una situazione di precarietà che sta diventando insostenibile e che rischia di compromettere i processi di inclusione”.

L'APPROFONDIMENTO

Mini call veloce sostegno, per i docenti fare domanda è un'impresa

Quest’estate i docenti sono riusciti appena a concedersi qualche giorno di pausa, ma non per tutti le vacanze sono state un momento di tranquillità. Anzi, per alcuni di loro i giorni a ridosso di Ferragosto hanno richiesto una dose consistente di determinazione e pazienza, al limite dello stoicismo. Ieri mattina alle 9 è scaduto infatti il termine per partecipare alle immissioni in ruolo da mini call veloce sostegno 2025, una procedura straordinaria di reclutamento per coprire i posti di sostegno rimasti vacanti dopo le ordinarie immissioni in ruolo, che si era aperta il 14 agosto. Era rivolta a chi aveva partecipato alle nomine da GPS sostegno nella propria provincia (fino a 150 preferenze) senza ottenere incarico e senza risultare rinunciatario.

Alcuni aspiranti docenti, in particolare nel Lazio, hanno segnalato anomalie e rallentamenti nella procedura: a poche ore dalla scadenza dei termini, decine di insegnanti specializzati sul sostegno risultavano esclusi perché il sistema li segnalava erroneamente come rinunciatari o non idonei. E tutto questo rischiava di negare una risposta a quei territori in cui si registrano carenze di personale specializzato, oltre a rappresentare una grave ingiustizia per i docenti, che avrebbero perso l'opportunità di un'assunzione a tempo indeterminato (anche se in una provincia diversa da quella di inserimento in GPS).

Il problema fortunatamente pare sia stato molto circoscritto, limitato a poche province, in particolare Latina e Frosinone (non si conosce esattamente l'entità del problema) ma è bastato a scatenare il panico tra gli aspiranti, al punto che il deputato M5s Antonio Caso sta pensando di presentare un'interrogazione alla riapertura del Parlamento.

Nella maggior parte dei casi i docenti sono riusciti ad aggirare il problema, mandando una PEC all’Ufficio scolastico regionale del Lazio, denunciando malfunzionamenti nel portale del Ministero dell'Istruzione. Ma è stato necessario l'intervento di mediazione del sindacato Gilada degli Insegnanti, tra i primi a sollevare il caso.

"Il disagio si è verificato fortunatamente in poche province ed era legato non ad un mal funzionamento del sistema ma ad un ritardo nell’inserimento dei dati da parte di alcune, per fortuna poche, province", ha detto a Fanpage.it Antonio Antonazzo, dirigente della Gilda degli Insegnanti.
"Abbiamo segnalato la questione al Ministero e chiesto informalmente se era possibile avere una proroga dei termini. Il ministero ci ha detto che la proroga era impossibile, ma che sarebbe intervenuto prontamente dal centro per sbloccare la situazione garantendoci che lo avrebbe fatto in tempo utile per le nomine".
"È ovvio che tutto ciò deriva dai tempi strettissimi previsti per le operazioni di nomina complicati dal fatto che siamo a cavallo di Ferragosto. Tempi più distesi avrebbero sicuramente evitato queste problematiche e contribuito ad operazioni più serene".

L'EVIDENZIATORE

Non solo cattedre vuote. Un'altra emergenza a cui le scuole dovranno far fronte nelle prossime settimane è quella della mancanza di personale ATA. Tra le situazioni più difficili c'è quella della Sicilia, a cui è dedicata la curiosità di questa settimana.

Qualche numero? A partire dal primo settembre in Sicilia saranno solo 404 le immissioni in ruolo del personale ATA (amministrativo, tecnico e ausiliario), a fronte di 1.404 posti disponibili. "Una copertura del 28,77%, ben al di sotto della media nazionale del 31,36%", denuncia sempre la Flc Cgil, che giudica il dato "del tutto insoddisfacente e che rischia di aggravare ulteriormente le criticità del sistema scolastico regionale. Con solo 404 assunzioni su 1.404 posti liberi, si continua a penalizzare il diritto alla stabilità lavorativa e a compromettere il funzionamento degli istituti". A mancare sono soprattutto figure come infermieri, cuochi, guardarobieri e operatori dei servizi agrari "per cui non è prevista alcuna assunzione nonostante i 37 posti disponibili e la presenza di candidati idonei nelle graduatorie", ha concluso il sindacato. Quale è la situazione nella tua Regione?

Newsletter a cura di Ida Artiaco e Annalisa Cangemi

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