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Neonata trovata in discarica: si restringe area ricerche, gettata nel contenitore del vetro

Le indagini sul drammatico ritrovamento hanno ristretto l’area da cui proviene il sacchetto in cui è stata gettata la neonata a tre province.
A cura di Antonio Palma
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Le indagini serrate da parte della polizia, coordinata dal pm di Venezia Elisabetta Spigarelli, stanno restringendo sempre di più il cerchio dell'area da cui proviene il sacchetto in cui è stata gettata la neonata trovata cadavere nei giorni scorsi in una discarica di Musile di Piave. Gli inquirenti innanzitutto hanno limitato alla giornata di venerdì l'arrivo del tir con il sacchetto con dentro la piccola, rivenuta nel tardo pomeriggio di sabato 4 novembre in avanzato stato di decomposizione ma con ancora tracce di cordone ombelicale attaccato.

Una seconda cernita poi è stata realizzata grazie ai documenti degli stessi camion che hanno conferito il materiale venerdì e forniti dalla Ecopatè, l'azienda di trattamento rifiuti che gestisce il centro di smaltimento nella città metropolitana di Venezia dove è stata fatta la macabra scoperta. Questi in particolare hanno ristretto il campo  a tre province, quindi il sacchetto, che peraltro è andato distrutto, potrebbe provenire dalle città metropolitane di Venezia, di Bologna o dal territorio della provincia di Udine. Si sa per certo  che la neonata è stata gettata nella calotta del riciclo vetro e ora le indagini puntano a identificare, attraverso ulteriori accertamenti, almeno il comune preciso in cui il sacco contenente la neonata sarebbe stato gettato.

Non sono escluse importanti novità investigative nelle prossime ore sempre in attesa  però di sapere i risultati dell'autopsia sul corpicino. L'esame autoptico avverrà entro la settimana dopo il conferimento dell'incarico ad un perito anatomopatologo. Intanto la Procura della Repubblica di Venezia ha aperto ufficialmente un fascicolo di indagine ipotizzando al momento il reato di soppressione di cadavere.

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