Naufragio nel Mediterraneo, 17 dispersi. Una madre: “Ho perso mio figlio tra le onde”

Una nuova ennesima tragedia si profila nel Canale di Sicilia, dove la scorsa notte un gommone carico di migranti si è ribaltato facendo finire in acqua centinaia di persone: sul posto è intervenuta un'imbarcazione dal team Moas-Cri che ha tratto in salvo 113 superstiti, ma all'appello mancano ancora almeno 17 profughi. Tra questi, anche un bambino nigeriano di soli tre anni, cercato disperatamente dalla madre nelle ultime ore. La donna ha riferito ai soccorritori di essere finita in acqua insieme al figlio a causa del mare mosso e del gommone eccessivamente affollato e di non essere riuscita ad afferrarlo per tenerlo a galla. Il piccolo indossava un giubbino salvagente e secondo la donna ci sono ancora speranze che venga ritrovato in vita. Speranze che, però, si affievoliscono ora dopo ora.
Secondo la Croce Rossa tra gli altri superstiti c'era anche un giovane, che ha raccontato di essersi imbarcato insieme a cinque amici, tutti dispersi. Un altro uomo ha riferito di aver visto annegare un'adolescente di soli 16 anni poco prima che i soccorritori arrivassero. L'operazione di salvataggio è scattata ieri intorno alle 19 dopo una segnalazione arrivata al Mrcc di Roma. Dopo quasi due ore e 20 i droni d’avvistamento hanno individuato il gommone in difficoltà e fornito le coordinate all'imbarcazione più vicina.
Dopo aver caricato a bordo i 113 superstiti le operazioni di soccorso sono state sospese a causa delle cattive condizioni del tempo e del mare: per questo è assai probabile che, oltre ai 17 dispersi, ce ne siano altri ci cui non si sa ancora nulla. Il gommone era partito dalle coste attorno a Sabrata alle 14 di ieri pomeriggio. Di conseguenza, nel momento del soccorso le persone a bordo si trovavano in mare già da diverse ore. Diversi sopravvissuti presentano ustioni su diverse parti del corpo, provocate dallo sfregamento dei corpi bagnati dall’acqua salata con i vestiti impregnati dal gasolio uscito dal motore del gommone.