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Vomero, il Tar blocca il cantiere del nuovo parcheggio di via Bonito: lavori sospesi fino a marzo

Il Tar sospende il cantiere del nuovo parcheggio di via Bonito, vicino a San Martino: “Scongiurare l’irreversibile trasformazione del suolo, peraltro già avviata”
A cura di Pierluigi Frattasi
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Il Tar della Campania blocca in via cautelare il nuovo parcheggio di via Bonito al Vomero. Sospesi fino al 18 marzo 2026, fino all'udienza nel merito. I lavori per il nuovo garage – da realizzare in un'area privata di 2.400 metri quadrati – per 64 posti auto e 8 motorini sono già iniziati alcuni mesi fa. Residenti e comitati però si oppongono al cantiere e hanno fatto ricorso. Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania (Sezione Quarta), con ordinanza pubblicata oggi – Paolo Severini, Presidente Rita Luce, Consigliere Valeria Nicoletta Flammini, Primo Referendario, Estensore ha accolto l’istanza cautelare e sospeso il provvedimento, fissando l’udienza pubblica il 18 marzo 2026.

Esultano i residenti e la Rete Sociale NoBox – Diritto alla Città che si sono aggiudicati il primo round nel contenzioso amministrativo: "Già in passato – affermano – ben tre progetti di box interrati furono rigettati fino ad una sentenza definitiva del Consiglio di Stato. La sentenza del TAR giunge purtroppo in una fase avanzata dei lavori (le immagini mostrano la distruzione arborea e vegetale avvenuta e decisamente irreversibile) e la gioia di questa prima vittoria è offuscata dall’immagine del deserto che si è creato in questa piccola oasi verde di San Martino".

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Perché il Tar ha sospeso i lavori del parcheggio al Vomero

I giudici amministrativi hanno deciso per la sospensione considerando che “la controversia involge questioni complesse, meritevoli di approfondita trattazione nel merito” e che è “nelle more della celebrazione dell’udienza pubblica ed in esito al giudizio di bilanciamento dei contrapposti interessi, è opportuno mantenere la res adhuc integra, onde scongiurare l’irreversibile trasformazione del suolo, peraltro già avviata”.

"Confidiamo che l’approfondimento delle indagini riconosca come definitive le ragioni che hanno spinto cittadini ed associazioni ad opporsi all’ennesima operazione di consumo di suolo – conclude la Rete No Box – a beneficio di meri interessi economici e che, nella prossima udienza pubblica del 18 marzo 2026 , venga scritta la parola fine all’ennesimo atto di violazione del territorio e, in particolare, di un’area verde".

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