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Vomero, il ponte di via San Giacomo dei Capri sarà ultimato: ecco il motivo per cui non era mai stato finito

Spiegato il motivo per cui il ponte di San Giacomo dei Capri non è stato mai finito. Il Comune dopo 20 anni ha ritrovato le carte del progetto originario.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Il ponte incompiuto di San Giacomo dei Capri al Vomero sarà completato dal Comune di Napoli dopo 45 anni. Il Municipio, come riportato da Fanpage.it, lo comprerà per circa 320mila euro e diventerà parte del patrimonio indisponibile. C'è l'accordo in Prefettura con i proprietari privati dei fondi. Demolirlo sarebbe costato molto di più, oltre il doppio: nel complesso circa 700mila euro. È quanto prevede la delibera di giunta comunale 556 dell'11 novembre scorso, firmata dall'assessore alle Opere Pubbliche, Edoardo Cosenza, che Fanpage.it ha potuto visionare. Si risolverà così anche il braccio di ferro a suon di ricorsi amministrativi con i proprietari dei suoli, sfociato in una sentenza del Tar di Napoli del gennaio 2024 che ha intimato al Comune di provvedere ad una soluzione dell'annosa vicenda. "L'acquisizione al patrimonio indisponibile del cespite – si legge nella delibera comunale – oltre a garantire il perseguimento dell'interesse pubblico, tuttora attuale, per il quale l'opera è stata avviata, costituisce la soluzione economicamente più vantaggiosa per l'amministrazione comunale, sia perché minimizza l'esborso, sia perché determina l'acquisizione al patrimonio comunale degli immobili oggetto di contenzioso". C'è da dire che per quasi 20 anni, dall'inizio del 2000 fino a oggi, le carte del progetto erano come sparite nel nulla. Il Municipio le ha ritrovate proprio a seguito delle ricerche per la diffida, scoprendo anche il vero motivo per il quale l'opera era stata pensata 50 anni fa.

La storia del ponte incompiuto di via San Giacomo dei Capri

La storia del ponte incompiuto di via San Giacomo dei Capri è lunga quasi 50 anni. Risale, infatti, al 10 agosto 1977 la prima delibera di giunta municipale, la numero 97, che si proponeva di realizzare degli interventi di pubblica utilità per la sistemazione viaria e fognaria di via San Giacomo dei Capri. A questa seguì una seconda delibera il 12 gennaio 1980, dello stesso tenore. I lavori furono iniziati negli anni '80 ma furono sospesi per motivi economici. La ditta affidataria poi fallì. Un tentativo di completare il ponte fu fatto a cavallo del nuovo Millennio, ma non si diede seguito e dopo il 2002, del faldone con gli incartamenti si persero le tracce, fino al 2022, quando i proprietari dei suoli hanno diffidato il Comune e poi hanno fatto ricorso al Tar, vincendolo. Ne è nata una corsa contro il tempo, fino a quando le carte sono riapparse e il Comune ha potuto ricostruire tutta la storia.

Ma cosa prevedeva il progetto originario? Inizialmente, i lavori erano stati suddiviso in tre lotti:

  • I lotto: allargamento dell'asse stradale compreso tra l'imbocco della strada privata all'altezza del civico 125 e l'incrocio superiore con via Domenico Fontana, per una lunghezza di 170 metri;
  • II lotto: ristrutturazione del tratto esistente più angusto, compreso tra il predetto incrocio e il punto di attacco della bretella in viadotto per 175 metri;
  • III lotto: bretella di collegamento tra l'incrocio precedente e quello presso il civico 125. Tale bretella è costituita di parte realizzando viadotto di lunghezza 125 metri, in parte dalla strada di proprietà privata che collega il Parco Frascino con l'incrocio superiore, per una lunghezza di 150 metri, per uno sviluppo complessivo di 275 metri.
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Il vero motivo per cui fu progettato il viadotto di San Giacomo dei Capri

Di questi, furono realizzati i primi due lotti, mentre il ponte rimase, come sanno tutti i napoletani, incompiuto. Il Municipio, spulciando le carte, ha fatto anche un'altra scoperta, ossia il vero motivo per cui fu immaginata la costruzione del ponte di via San Giacomo dei Capri. "La necessità di questi interventi – si legge nella delibera – come risulta dalla relazione tecnica del 25 luglio 1977, trova fondamento non nella necessità di collegare via San Giacomo dei Capri con via Gabriele Jannelli, come "generalmente ritenuto fino ad oggi", ma nelle "particolari caratteristiche planimetriche, altimetriche e strutturali del corpo stradale che non consentivano, allora come adesso, l'adeguato assolvimento della funzione di primario asse di collegamento tra il Rione Alto e il quartiere Vomero, assunta nel tempo da via San Giacomo dei Capri".

Perché il ponte di San Giacomo dei Capri non è stato mai finito

Per i Napoletani il ponte di via San Giacomo dei Capri per quasi mezzo secolo è stato un ecomostro. La delibera ripercorre i motivi che hanno portato i lavori a fermarsi. Per iniziare l'opera, il Comune di Napoli il 13 dicembre 1980 emise un decreto sindacale di occupazione di urgenza, in esecuzione di una precedente delibera di giunta municipale. Furono occupati di forza dei suoli privati per costruire il viadotto, che doveva fungere da bypass della strada, caratterizzato da un tracciato stradale di ridotte dimensioni trasversali e da un andamento planoaltimetrico particolarmente tortuoso. Furono occupati circa 500 metri quadrati di suoli privati.

Ma nacque subito un intoppo. Perché al termine dei 3 anni del decreto sindacale, "non fu adottato il decreto di esproprio dei suoli nel frattempo occupati, venendo così meno i presupporti giuridici per la legittima occupazione dell'area". I lavori, intanto, erano stati "appaltati e parzialmente eseguiti dall'impresa cooperativa "La Vicitelli 77". Furono "sospesi il 9 giugno 1988 per mancata copertura finanziaria delle varianti succedutesi". Con sentenza 641 del 1989 veniva dichiarato il fallimento dell'impresa appaltatrice e i lavori si interruppero definitivamente.

Il nuovo progetto del 2002 caduto nel vuoto

Passano 13 anni e il progetto del ponte incompiuto torna sulla scrivania del Comune. È il 6 febbraio 2002, quando il Dipartimento Viabilità fa presente "la necessità di completare l'opera con contestuale apertura al traffico del viadotto al fine di migliorare le condizioni di circolazione. veicolare locale notoriamente complicate". Il Servizio Strade accerta che le opere dei primi due lotti erano state sostanzialmente completate, mentre per il terzo era "necessario realizzare le rampe di collegamento ai due rami di via San Giacomo dei Capri a monte e a valle del ponte". Gli uffici preparano uno schema di delibera, la numero 4 dell'11 febbraio 2002, con ad oggetto "Approvazione in linea tecnica del progetto preliminare di completamento dei viadotto di via San Giacomo dei Capri". Ma la giunta dell'epoca nella seduta del 15 febbraio 2002 decide di "non adottare la proposta in quanto il progetto preliminare si riferiva a interventi non ricompresi nel Programma Triennale dei Lavori Pubblici 2002-2004 e nell'elenco annuale delle opere da realizzarsi nel 2002".

La diffida del 2022 e il ricorso al Tar

Passano altri 20 anni. L'11 novembre 2022 i proprietari privati dei suoli diffidano il Comune di Napoli "a restituire gli immobili illegittimamente occupati, previa riduzione in pristino dei cespiti e pagamento delle somme dovute per indennità di occupazione legittima e illegittima nonché del valore dei manufatti presenti al momento dell'occupazione e controvalore dei manufatti realizzati successivamente" oppure "a disporre ex articolo 42 bis del Dpr 327 del 2001 l'acquisizione dei detti immobili al suo patrimonio indisponibile previo pagamento degli indennizzi normativamente previsti oltre al valore dei manufatti presenti al momento dell'occupazione e controvalore dei manufatti realizzati successivamente".

Viene fatta anche una stima dei costi: 981mila euro circa per l'ipotesi di acquisizione al patrimonio comunale degli immobili o 445 mila euro circa per ipotesi di retrocessione degli immobili, previa riduzione in pristino delle aree. Il Comune avvia le ricerche di archivio per ritrovare gli atti originari che risalgono ad oltre 40 anni prima, ma le attività risultano "inizialmente infruttuose". Nel frattempo, alla diffida segue un ricorso al Tar Campania di Napoli il 12 dicembre 2022, contro il silenzio del Comune sulla diffida dell'11 novembre. I giudici amministrativi con sentenza del 16 gennaio 2024 ordinano al Comune di provvedere alla diffida entro 90 giorni dalla sentenza e la nomina di un commissario ad acta nel caso di inerzia. Commissario che effettivamente viene nominato e si insedia il 16 ottobre 2024 a Palazzo San Giacomo.

Nel frattempo, il Comune ritrova il faldone con le carte che raccontano tutta la storia del ponte incompiuto. Il 7 ottobre 2024 in ottemperanza alla sentenza del Tar, notifica ai proprietari "formale comunicazione di avvio del procedimento di acquisizione sanante ex articolo 42 bis del Dpr 327 del 2001". E il 12 novembre successivo l'ufficio tecnico del Patrimonio trasmette la sua valutazione sull'importo per l'acquisizione dei cespiti occupati, quantificandolo tra i 287mila e i 642mila euro circa, a seconda delle riconoscibilità o meno del controvalore del manufatto stradale realizzato dal Comune.

Il 14 aprile2025 viene fatto un incontro in Prefettura a Napoli, dopo vari sopralluoghi e verifiche tecniche. Al Palazzo di Governo si raggiunge un accordo tra le parti per arrivare alla "cessione volontaria del bene, in luogo della proceduta di acquisizione". La somma è stata quantificata in 319mila euro. L'alternativa sarebbe stato demolire il viadotto che sarebbe costato molto di più: circa 700mila euro, come detto. Ma per perfezionare il tutto occorre ancora uno studio di ingegneria di rilievo topografico e frazionamento delle particelle catastali oggetto di trasferimento.

Cosa succede adesso

L'11 novembre scorso, la giunta Manfredi ha approvato la delibera 556 di proposta al consiglio di variazione al bilancio di previsione 2025-27, per l'esercizio 2025, con utilizzo di quote di avanzo accantonato di amministrazione a fondo passività potenziali, per l'importo di 360mila euro per l'esecuzione della sentenza 422 del 2024 del Tar Campania di Napoli. È proprio la sentenza del ponte di via San Giacomo dei Capri. La delibera è firmata dall'assessore Edoardo Cosenza. Il 16 dicembre il consiglio comunale dà già un primo ok, con l'approvazione di un ordine del giorno, primo firmatario il consigliere Walter Savarese, presidente della Commissione bilancio e patrimonio, per inserire la riqualificazione del ponte nel Dup, il Documento Unico di Programmazione.

L'obiettivo è "completare il progetto originario". Secondo il Comune, infatti, persistono "gli originari motivi di interesse pubblico a base del progetto originario". Ossia costruire una strada alternativa al tratto di via San Giacomo dei Capri tra i civici 77 e 125. Da qui, viene confermato l'interesse pubblico all'acquisizione al patrimonio indisponibile dei cespiti occupati. L'acquisto del ponte è stato inserito nel Dup 2025-27, il Documento Unico di Programmazione, approvato con delibera di consiglio 43 del 10 giugno scorso.

La delibera di giunta comunale sul ponte incompiuto di via San Giacomo dei Capri
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