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Violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta)

Violenze in carcere, il Tribunale del Riesame conferma i domiciliari per una commissaria

Resta in regime di arresti domiciliari la commissaria della polizia penitenziaria del carcere di Santa Maria Capua Vetere, raggiunta il 28 giugno scorso dall’ordinanza di custodia cautelare emessa nell’ambito delle indagini per i pestaggi avvenuti il 6 aprile 2020 all’interno della struttura. Il Tribunale del Riesame ha rigettato l’istanza presentata dall’avvocato della donna.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Resta agli arresti domiciliari Anna Rita Costanzo, la commissaria della polizia penitenziaria del carcere di Santa Maria Capua Vetere, raggiunta come gli altri oltre cinquanta indagati da un'ordinanza di custodia cautelare lo scorso 28 giugno, nell'ambito delle indagini sui pestaggi in carcere avvenuti il 6 aprile 2020 ed immortalati dalle telecamere di sicurezza del carcere stesso.

La Costanza aveva ribadito, sia in un interrogatorio spontaneo a novembre sia nell'interrogatorio di garanzia, che lei quel giorno fosse arrivata ad "operazione" già iniziata. Ma i giudici del Tribunale del Riesame hanno invece creduto alla tesi formulata dalla Procura, e cioè che la Costanzo sarebbe stata tra i "registi" del pestaggio avvenuto quel 6 aprile 2020 all'interno del carcere di Santa Maria Capua Vetere. L'avvocato della poliziotta, Vittorio Giaquinto, aveva chiesto nell'udienza di ieri di annullare l'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere nei confronti della Costanzo, in quanto a suo avviso non vi fossero gravi indizi di colpevolezza tali da dover confermare la misura. Tesi, questa, respinta dai giudici del Tribunale del Riesame.

Quest'oggi intanto al carcere di Santa Maria Capua Vetere si è recato anche il premier Mario Draghi accompagnato dal ministro della Giustizia Cartabia, che ha parlato di un "sistema da riformare, non può esserci giustizia dove c'è abuso, né rieducazione dove c'è abuso", ma anche che "la maggior parte della polizia penitenziaria è formata da persone perbene che rispettano i detenuti, la divisa e le istituzioni".

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