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Violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta)

Violenze in carcere a Santa Maria, i primi interrogatori dei poliziotti: “Tutto deciso dai superiori”

Oggi ci sono partiti gli interrogatori di garanzia per gli indagati dell’inchiesta sulle violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere il 6 aprile 2020. Sentiti 9 agenti, si sono tutti avvalsi della facoltà di non rispondere tranne uno, che ha contestato le accuse. Un altro poliziotto ha rilasciato dichiarazioni spontanee: “Le modalità di intervento sono state decise dai miei superiori”.
A cura di Nico Falco
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Si sono svolti oggi gli interrogatori di garanzia per 9 degli indagati travolti dall'inchiesta sulle violenze ai danni dei detenuti il 6 aprile 2020 nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta). Davanti al gip sammaritano hanno sfilato 3 agenti della Polizia Penitenziaria per i quali è stato disposto il carcere e altri 6 raggiunti dalle misure interdittive. Si sono tutti avvalsi della facoltà di non rispondere, tranne l'agente Pasquale De Filippo (difeso dall'avvocato Carlo De Stavola), che in un'ora e mezza di interrogatorio ha contestato le accuse e ha detto di non avere fatto uso sproporzionato delle violenze.

I tre agenti destinatari di custodia in carcere, tra cui De Filippo, sono detenuti nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere e sono stati condotti nel carcere di Carinola per l'interrogatorio in videoconferenza. L'ispettore coordinatore del Reparto Nilo, Salvatore Mezzarano (difeso dall'avvocato Giuseppe Stellato), ritenuto dagli inquirenti il "co-organizzatore ed esecutore" delle violenze, non ha risposto al gip ma ha rilasciato una dichiarazione spontanea: "Io sono l'ultimo anello della catena, le modalità di intervento sono state decise dai miei superiori". Ha scelto di non rispondere anche Oreste Salerno (legale Angelo Raucci), l'ultimo dei tre agenti destinatari di misura cautelare in carcere interrogati oggi, e i 6 poliziotti indagati e raggiunti da misura cautelare di sospensione dell'attività lavorativa. Gli interrogatori proseguiranno domani e fino al 7 luglio.

Il 6 aprile 2020, hanno ricostruito gli inquirenti, centinaia di detenuti furono picchiati selvaggiamente da circa 300 agenti, tra poliziotti in servizio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere e di altri reparti di intervento. Dalle indagini è inoltre emerso il tentativo di depistaggio da parte di alcuni indagati, che avevano cercato di evitare che i carabinieri acquisissero i nastri della videosorveglianza.

Lunedì scorso il gip Sergio Enea ha firmato l'ordinanza, arrivata al termine delle indagini condotte dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere (pm Maria Antonietta Troncone): 8 indagati in carcere, 18 ai domiciliari, 3 con obbligo di dimora e 23 destinatari di misure interdittive di sospensione dal lavoro. Per gli indagati il ministero della Giustizia ha disposto la sospensione immediata.

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