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Violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta)

Violenze a Santa Maria, un agente: “Ho difeso i detenuti, preso a manganellate anche io”

Ai detenuti di Santa Maria Capua Vetere, dopo i pestaggi, erano state negate le cure mediche per evitare che venissero notate le lesioni. Emerge dall’ordinanza dell’inchiesta che ha travolto il carcere sammaritano. Proseguono intanto gli interrogatori; un agente: “Ho difeso i detenuti dai pestaggi prendendo anche qualche manganellata”.
A cura di Nico Falco
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Dopo i pestaggi avvenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) il 6 aprile 2020 ai detenuti feriti venivano negate le cure mediche. Una strategia, secondo gli inquirenti, per evitare che rimanesse traccia di quelle violenze. Per il gip Sergio Enea dalle intercettazioni emerge anche "la pervicace volontà" di negare ogni forma di assistenza medica: nei verbali viene indicato che i trasferimenti in farmacia venivano negati "per motivi di sicurezza".

Violenze in carcere, negate cure mediche dopo i pestaggi

Agli atti, nella corposa ordinanza, le intercettazioni captate tra gli agenti della Polizia Penitenziaria e risalenti alle ore dopo la "perquisizione straordinaria" del 6 aprile 2020. "Ho dovuto bloccare i colleghi – dice un agente – li stavano facendo scendere a mia insaputa dal medico. Dobbiamo ancora temporeggiare qualche giorno, così non avranno più segni".

Gli agenti, nei giorni successivi, mostrano anche preoccupazione per le conseguenze nel caso le visite mediche avessero rilevato le lesioni riconducibili alle aggressioni. "I detenuti stavano scendendo per farsi visitare – dice un altro poliziotto – c'era (il nome del medico, ndr) in infermeria.. bisogna stare attenti a ciò che scrive. (Il medico, ndr) è da osservare in ogni suo movimento".

Santa Maria, un agente: "Ho difeso i detenuti, manganellato anche io"

Vanno avanti, intanto, gli interrogatori di garanzia per gli agenti raggiunti da misura cautelare lo scorso lunedì. L'ispettore Giuseppe Crocco, 52 anni, tra i tre destinatari della misura dell'obbligo di dimora, si è difeso dicendo di non avere partecipato alle violenze, ma di avere anzi cercato di evitarle. "Sono stati quelli di Secondigliano a prendere in mano la situazione, e noi non potevamo fare nulla – ha detto – io ho cercato più volte di difendere dei detenuti dai pestaggi prendendo anche qualche manganellata".

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