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Un pappagallo volato via: il poliziotto Ciro Luongo ucciso dal figlio della compagna per un motivo assurdo

Sotto interrogatorio Roberto Marchese, 21 anni, figlio della compagna del poliziotto ucciso fa emergere un movente futile alla base del delitto: la fuga di un uccellino.
A cura di Redazione Napoli
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Ciro Luongo, il viceispettore ucciso
Ciro Luongo, il viceispettore ucciso

È un fatto a dir poco assurdo, il classico «futile motivo» che fa precipitare una situazione già evidentemente tesissima, verso l'inconcepibile, ovvero l'omicidio di un uomo. La morte di Ciro Luongo, vice ispettore della Polizia di Stato, ammazzato martedì sera 18 agosto, a Melito, nell'hinterland nord di Napoli ha una movente sconcertante.

L'interrogatorio di Roberto Marchese, 21 anni

Il particolare emerge dal decreto di fermo nei confronti del giovane Roberto Marchese, di 21 anni, figlio della compagna del poliziotto, scappato dopo il delitto e poi rintracciato, giunto al termine di un lungo interrogatorio svoltosi in questura a Napoli, nell'ambito di indagini coordinate dal sostituto procuratore di Napoli nord Cesare Sirignano.
In pratica, sarebbe stata la fuga di un pappagallino (poi pare ritornato a casa) il motivo che ha scatenato la lite che lunedì sera è sfociata nell'uccisione del poliziotto di 58 anni, accoltellato più volte, una delle quali al torace arrivando al muscolo cardiaco, da Marchese. Nel corso dell'interrogatorio è emerso che fra i due vi erano dei dissidi che si trascinavano da tempo e che evidentemente sono culminati ieri sera, nel delitto.

Oggi il questore di Napoli Maurizio Agricola ha espresso il cordoglio della polizia di Stato di Napoli e provincia alla famiglia del vice ispettore Luongo: «In questo momento di grande dolore ci stringiamo ai familiari e ai colleghi del commissariato di Giugliano-Villaricca».

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