
La domanda è d'obbligo: perché? Perché siamo costretti a vederlo, perché siamo costretti a scriverne, perché al centro della piazza più rappresentativa di Napoli, piazza Plebiscito – già in condizioni pietose, basta passeggiare fra le colonne della chiesa di San Francesco di Paola per rendersene conto – campeggia un wc chimico color celeste. È possibile che si sia trattato di una dimenticanza, di un momento prima della rimozione? Non è dato sapere. Ma la quantità di persone che oggi, 19 agosto, ha visto il cesso chimico al centro di piazza Plebiscito e l'ha immortalato con una foto è tale da rendere evidente il danno d'immagine.
È avvilente vederlo ed è sconfortante doverne scrivere per suscitare l'attenzione pubblica su un problema: sono mesi che sentiamo parlare di piani «anti degrado» per piazza Plebiscito, di fondi Pnrr, di interessamenti comunali, regionali e prefettizi. E poi si consente che un orribile bagno chimico resti lì al centro, in pieno giorno. In uno spazio che poi però fa gola al business dei concerti a pagamento e non solo.
Qualcuno fra gli inguaribili ottimisti ha pensato ad un'opera d'arte contemporanea (viste le recenti opere collocate in piazza Municipio si è autorizzati a ipotizzarlo), qualcun altro ad un film, magari un remake della celebre scena del vespasiano con Totò e Nino Taranto in "Totò Truffa 62". O, infine, per gli appassionati del genere, un "Tardis", la macchina del tempo della serie tv "Doctor Who". Niente di tutto questo.
C'è solo da sperare si tratti di un esperimento sociale della giunta di Gaetano Manfredi: fino a che punto un napoletano riesce a sopportare, far finta di nulla o dire «succede anche in altre città» prima di arrabbiarsi per davvero?

