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Turista stuprata dal gruppo in hotel a Meta, i giudici: “Era stata drogata”

La turista 50enne inglese stuprata nell’hotel di Meta di Sorrento nel 2016 da 5 ex dipendenti era stata drogata, le avevano “somministrato sostanze stupefacenti con effetti incapacitanti”. Si legge nelle motivazioni della sentenza del Tribunale di Torre Annunziata che, 7 mesi fa, ha condannato i cinque a pene tra i 9 e i 4 anni.
A cura di Nico Falco
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La donna del Kent stuprata nell'hotel di Meta di Sorrento era stata drogata, le avevano "somministrato sostanze stupefacenti con effetti incapacitanti" e quindi, pur non essendo consenziente, non aveva potuto opporsi a quella violenza di gruppo. Lo sottolineano nelle 90 pagine di motivazione i giudici del Tribunale di Torre Annunziata, che per quell'episodio 7 mesi fa hanno condannato cinque ex dipendenti dell'hotel Alimuri di Meta. La violenza risale alla notte tra il 6 e il 7 ottobre 2016, la 50enne inglese era in vacanza in Penisola Sorrentina ed era stata invitata a "una specie di festa" insieme alla figlia, ma la ragazza si era rifiutata in quanto non si sentiva bene ed era tornata in camera.

Mentre gli imputati hanno più volte cambiato versione, rilevano i giudici, la vittima è rimasta sempre coerente con quanto dichiarato al momento della denuncia. Inoltre, quando i telefonini degli accusati erano stati sequestrati, alcuni degli indagati avevano cancellato le memorie da remoto e durante le indagini erano emersi messaggi compromettenti su WhatsApp, in particolare su un gruppo chiamato "Cattive abitudini", e gli inquirenti avevano recuperato dei messaggi su Facebook in cui Gargiulo "raccontava di avere partecipato a un'orgia".

In fase di denuncia in Inghilterra la donna era stata visitata ed erano state riscontrate lesioni compatibili con una violenza fisica e non con un rapporto sessuale, per quanto potesse essere energico, e tra settembre e dicembre 2016 nei suoi capelli erano state trovate tracce di droga. Tra gli elementi che hanno portato all'individuazione dei responsabili, come riporta il quotidiano Il Mattino, le tracce di dna di Miniero repertate sotto le unghie della 50enne. Regio non era stato direttamente accusato dalla donna, che aveva "ricordi a macchia di leopardo", compatibili con l'uso delle cosiddette droghe dello stupro, ma per i giudici "ha subito violenza sessuale di gruppo da almeno cinque persone".

I cinque ex dipendenti sono stati condannati a pene tra i 9 e i 4 anni, hanno fatto ricorso in Appello. Antonino Miniero e Fabio De Virgilio, i due barman accusati della violenza avvenuta nella zona spa dell'hotel, sono stati condannati a 8 anni; 9 anni per Davide Gargiulo, accusato degli abusi e di aver accompagnato la 50enne nell'alloggio di servizio dove è stata violentata anche dai colleghi; 7 anni per Francesco D'Antonio, che ha ammesso di avere avuto un rapporto sessuale con la turista mentre lei era in stato confusionale; pena più bassa per Raffaele Regio, che ha partecipato e ha fotografato e filmato la vittima. Per D'Antonio e Regio non sono state riconosciute le aggravanti in quanto, spiegano i giudici, i due non lavoravano al bar e quindi potevano non sapere che la donna fosse stata drogata.

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