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Truffa sui bonus cultura, col ricavato aperto b&b ad Ercolano. Coinvolti 6mila 18enni

I 9 indagati nell’inchiesta sulla truffa sui bonus cultura avrebbero monetizzato il benefit per quasi 6mila ragazzi; col ricavato sarebbe stato aperto un b&b.
A cura di Nico Falco
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I soldi provenienti dalla truffa sui bonus cultura erano stati utilizzati per aprire un bed and breakfast ad Ercolano, in provincia di Napoli, che è stato poi pubblicizzato sui canali social, ottenendo tra l'altro anche ottime recensioni dagli ospiti. Emerge anche questo dall'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Napoli Giovanni de Angelis, arrivata al termine delle indagini della Guardia di Finanza coordinate dalla Procura locale. I destinatari sono 9, tra le accuse contestate quella di associazione a delinquere finalizzata alla truffa.

Bonus cultura monetizzati con la trattenuta

Secondo le indagini gli indagati avevano monetizzato i bonus cultura di 5.852 neo diciottenni tra il 2017 e il 2019. Il danno economico procurato al Mibact è stato quantificato in 2.850.000 euro. Perno dell'inchiesta una libreria di Ercolano, di proprietà di alcuni degli indagati: secondo l'accusa era proprio lì che avveniva la truffa, tramite finti acquisti. In pratica veniva simulata la vendita di libri o di altri prodotti acquistati con il bonus cultura e al ragazzo veniva elargita la somma corrispondente (tramite ricarica su carte prepagate), ma con trattenute che andavano dal 40 al 60%; successivamente al Mibact veniva richiesto il rimborso integrale dei benefici.

I diciottenni, ritengono gli investigatori, venivano convocati nella libreria attraverso intermediari e procacciatori; complessivamente gli indagati sono 12, tra i quali figurati anche quelli accusati di avere individuato i neo diciottenni attraverso le banche dati, attraverso Caf e strutture compiacenti, e di averli convocati per convertire il buono in denaro. L'esercizio commerciale è stato sottoposto a sequestro preventivo.

Coi soldi della truffa avviato un bed and breakfast

Secondo gli inquirenti i soldi provenienti dalla truffa erano stati investiti in un bed and breakfast, motivo per cui a quattro dei destinatari delle misure cautelari (tre in carcere e uno ai domiciliari) viene contestato anche il reato di autoriciclaggio. L'attività ricettiva sarebbe stata avviata svuotando i conti correnti personali e quelli della libreria su cui erano stati ricevuti i bonifici del Mibact relativi alle false vendite; l'immobile era stato acquistato, trasformato in B&b e l'attività era stata anche pubblicizzata sui social.

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