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Tremila euro al mese per le mogli dei detenuti, panettiere fa arrestare estorsori dei Lo Russo

Otto presunti appartenenti al clan Lo Russo sono stati sottoposti a fermo per estorsione: tra le vittime un panettiere, costretto a pagare 3mila euro al mese.
A cura di Nico Falco
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"Da oggi in poi qua ci siamo noi e comandiamo noi". Con questa minaccia due presunti affiliati al clan Lo Russo avevano avvicinato la compagna di un noto distributore di pane, imponendo il prezzo della tranquillità: 3mila euro al mese, per "contribuire alle mesate per le mogli dei carcerati". Somma che poi sarebbe lievitata fino a 5mila euro al mese, a cui andavano aggiunti 10 centesimi per ogni chilo di pane venduto. Retroscena che emerge dalle indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, che hanno portato ai fermi di pm eseguiti ieri, 25 luglio, per 8 presunti estorsioni ritenuti inquadrati nel clan dei Capitoni, per gli inquirenti ancora vivo e attivo in città. I provvedimenti sono stati eseguiti dai carabinieri della compagnia Vomero, dalla Squadra Mobile di Napoli e dai poliziotti del commissariato Scampia della Polizia di Stato.

Panettiere costretto a pagare 3mila euro al mese per i detenuti

Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini l'uomo, che acquista pane all'ingrosso e lo rivende a diversi supermercati dei quartieri Marianella, Chiaiano, Piscinola e Miano, era già da tempo costretto a versare denaro nelle casse dei Lo Russo. La situazione, però, era peggiorata: la somma richiesta era sempre più alta. Prima i 3mila euro al mese, poi aumentati a 5mila perché "teniamo troppi carcerati da mantenere", infine una percentuale di 10 centesimi su ogni chilo di pane venduto. Una richiesta che era diventata insostenibile e che, se non fosse stata esaudita, avrebbe significato la sua estromissione dal "giro del pane": in altre parole, gli avrebbero impedito di continuare a lavorare.

L'imposizione della tassa, hanno ricostruito gli inquirenti, era stata formulata prima durante un incontro in un bar e poi nell'abitazione di Giovanni Perfetto alla presenza di altri tre indagati, tutti tra i destinatari del provvedimento di fermo. Il 30 maggio l'uomo ha consegnato 7 mila euro come "tassa" e 1.835 euro per il pane venduto a giugno, mentre il primo giugno aveva consegnato i primi 3mila euro dei 5mila che avrebbe dovuto dare per quel mese: nel giro di pochi giorni era stato costretto a pagare quasi 12mila euro. L'uomo, ormai esasperato e intimorito da eventuali ritorsioni, a luglio si era deciso a chiedere aiuto alle forze dell'ordine e aveva sporto denuncia presso i carabinieri del Vomero.

Estorsioni per il clan Lo Russo, 8 fermati

Destinatari dei provvedimenti di fermo sono Salvatore Di Vaio, 48 anni, alias Totore ‘o Cavallo, Cesare Duro, 21 anni, Alessandro Festa, 24 anni, Cosimo Napoleone, 33 anni, Vincenzo Pagliaro, 20 anni, detto "Vincenzo ‘o Pagliaro", Fabio Pecoraro, 26 anni, Giovanni Perfetto, 59 anni, detto ‘o Mostro, e Raffaele Petriccione, 25 anni, detto Raffaele ‘o Pazzo. Per gli inquirenti i fermati farebbero parte di una "sotto articolazione del clan Lo Russo", gruppo composto da vecchi pregiudicati storicamente legati alla cosca e da nuove leve. L'udienza di convalida dei fermi, emessi dal pubblico ministero Maria Sepe e dal facente funzioni di procuratore Rosa Volpe, è prevista per i prossimi giorni.

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