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Traffico di ecoballe e rifiuti pericolosi dalla Campania in tutta Italia: arresti e sequestri

Sono 14 in totale gli indagati in tutta Italia, mentre 5 persone sono state destinatarie di misure interdittive emesse dal Tribunale di Salerno. Le indagini, effettuate dai carabinieri del Noe di Salerno, hanno permesso di scoprire un traffico di rifiuti speciali e pericolosi organizzato da un impianto di recupero di Pagani: i rifiuti arrivavano poi in siti di stoccaggio in tutta Italia.
A cura di Valerio Papadia
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Un traffico illecito di rifiuti speciali e pericolosi provenienti dalla Campania e diretti in diversi siti di stoccaggio in tutta Italia: questa la scoperta dei carabinieri del Noe di Salerno e dei magistrati. Il Tribunale di Salerno, infatti, ha emanato cinque misure interdittive (divieto di svolgere attività d'impresa per un anno), disposto il sequestro di un impianto di recupero di Pagani, di cinque autocarri e della somma di 430mila euro, ritenuti proventi dell'attività illecita messa in atto dall'impianto; inoltre, sono 14 in totale gli indagati tra Campania, Calabria e Veneto.

Le indagini, coordinate dalla Procura di Salerno ed effettuate dai militari del Noe, hanno permesso di svelare il traffico illecito di rifiuti – principalmente costituiti da imballaggi plastici di scarto delle industrie conciarie e da sacchi asettici in poliaccoppiato (cosiddetto argentato) – messo in piedi proprio dall'impianto di recupero di Pagani che, grazie ad indagati che facevano parte di società di intermediazione e trasporto, ha inviato illecitamente i suddetti rifiuti ad altri impianti presenti in Campania, Veneto e Calabria.

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L'attività investigativa è partita dalla scoperta da parte dei carabinieri, in flagranza, dell'abbandono di 30 tonnellate di rifiuti plastici in un terreno a Battipaglia, nella provincia di Salerno. Le successive indagini hanno permesso di rinvenire, in un capannone a Lamezia Terme, nella provincia di Catanzaro, di mille tonnellate di rifiuti provenienti dal traffico illecito. In totale, come detto, ci sono 14 indagati, oltre che 7 società proprietarie di impianti di rifiuti nelle province di Napoli, Salerno, Caserta, Verona e Catanzaro.

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