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Terrorismo di matrice neonazista: quattro arresti a Napoli, perquisizioni in tutta Italia

Quattro arresti tra le province di Napoli, Avellino e Caserta per associazione con finalità di terrorismo di matrice neonazista, suprematista e negazionista.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Smantellata un'associazione con finalità di terrorismo di matrice neonazista, suprematista e negazionista: quattro gli arresti questa mattina tra le province di Napoli, Caserta e Avellino. Gli arresti e le accuse, pesantissime, sono il frutto di una vasta operazione antiterrorismo condotta dalla Digos, dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione e dal Servizio Polizia Postale e Comunicazioni. Una quinta persona, residente a Roma, è stata raggiunta dall'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa, mentre altre trenta perquisizioni sono scattate su tutto il territorio nazionale.

L'operazione all'alba

L'operazione di questa mattina ha portato all'esecuzione, da parte della Polizia di Stato di Napoli su delega del Procuratore della Repubblica partenopea, ad un'ordinanza cautelare in carcere nei confronti di quattro persone, tutte gravemente indiziate di appartenere ad una associazione con finalità di terrorismo di matrice neonazista, suprematista e negazionista. Ma sono una trentina le perquisizioni personali, sia domiciliari che informatiche, su tutto il territorio nazionale. Un quinto soggetto è stato raggiunto dall'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria in quanto gravemente indiziato di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa.

Il precedente del 2021

I quattro erano già stati perquisiti nel 2021 in una indagine simile, quando nel mirino della Procura di Napoli finì l'associazione sovversiva e neonazista "Ordine di Hagal" a cui gli arrestati sono ritenuti appartenenti. L'operazione e le relative perquisizioni avvennero dopo che, secondo gli inquirenti, da alcune intercettazioni emergevano le disponibilità di armi e l'intenzione di programmare azioni violente. L'operazione, anche in quel caso, si svolse in tutta Italia e portò a 26 indagati complessivi lungo tutta la Penisola.

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