Sylla Mamadou, morto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere dopo l’arresto: disposta l’autopsia

Sarà l'autopsia a chiarire le cause della morte di Sylla Mamadou Khadialy, 35enne originario del Senegal morto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, nella provincia di Caserta, circa 24 ore dopo essere stato arrestato; la Procura della Repubblica sammaritana, infatti, ha disposto gli accertamenti autoptici per fare piena luce sulla vicenda, dopo che la famiglia del 35enne si è rivolta all'avvocato Clara Niola e ha sporto denuncia, chiedendo che sul decesso di Mamadou venga fatta chiarezza.
Il 35enne arrestato, poi portato in ospedale e in carcere
Sylla Mamadou Khadialy era stato arrestato giovedì scorso, 25 settembre, alla stazione ferroviaria di Caserta, accusato di aver rapinato il cellulare a un uomo e di aver poi aggredito gli agenti della Polizia Ferroviaria intervenuti. Dopo essere stato fermato, il 35enne era stato poi portato in ospedale, per essere curato e calmato, dal momento che si trovava in forte stato di agitazione, e poi trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, dove venerdì 26 settembre è morto in circostanze che, ora, saranno le indagini della magistratura a chiarire.
Fiaccolata a Caserta per Sylla Mamadou
In attesa dello svolgimento e dei risultati dell'autopsia, famiglia e associazioni chiedano che emerga la verità. Il centro sociale Ex Canapificio ha organizzato, per martedì 30 settembre, una marcia a Caserta per chiedere che si faccia piena luce sulla morte del 35enne; la marcia prenderà le mosse da piazza Dante e terminerà all'esterno della Prefettura di Caserta.