Strage nel Sannio, anche il 15enne morto sul colpo. Venerdì funerali di madre e figlio, uccisi a colpi di pietra

Cosimo Ocone, il figlio di Salvatore Ocone, colpito come la madre con una grossa pietra alla testa, sarebbe morto quasi subito. Sarebbe stato quindi già cadavere, quando il padre l'ha caricato in auto insieme alla figlia Antonia, in fin di vita, per cominciare quella fuga senza senso che lo avrebbe poi condotto in un uliveto vicino a Campobasso, a una settantina di chilometri da Paupisi e dall'abitazione dove aveva lasciato, sul letto, il corpo senza vita della moglie, Elisa Polcino. Il 58enne Salvatore Ocone è in carcere: è accusato di duplice omicidio, tentato omicidio e sequestro di persona.
L'autopsia sul figlio di Salvatore Ocone
L'autopsia sul 15enne è stata effettuata ieri, 8 ottobre. L'esame si è rivelato fondamentale per chiarire il momento del decesso. Ocone è stato infatti rintracciato intorno alle 18, mentre le aggressioni a moglie e figlio sono avvenute alle prime ore del 30 settembre: un lasso di tempo in cui il ragazzo, forse, avrebbe potuto essere salvato. Ma l'esito dell'esame avrebbe scartato questa ipotesi: la morte sarebbe stata quasi immediata sia per Elisa Polcino sia per Cosimo Ocone.
I funerali di madre e figlio venerdì 10 ottobre
I funerali di madre e figlio saranno celebrati, congiuntamente, alle 16 di domani, venerdì 10 ottobre, nella chiesa di Santa Maria del Bosco di Paupisi. Per l'occasione il sindaco della cittadina del Beneventano, Salvatore Coletta, ha proclamato il lutto cittadino.
Le condizioni di Antonia, la figlia 16enne
La ragazza era ancora viva quando i carabinieri hanno raggiunto la Opel Mokka nell'uliveto nei pressi di Ferrazzano (Campobasso), in Molise. È stata portata d'urgenza in clinica, dove è stata sottoposta ad un delicato intervento chirurgico: aveva il cranio sfondato, anche lei colpita con un oggetto, presumibilmente la stessa pietra, quella trovata nell'abitazione di Paupisi. Due giorni fa il coma farmacologico è stato sospeso: le condizioni restano molto gravi, ma stabili, e tra i medici c'è un "cauto ottimismo"; restano fondamentali i prossimi giorni, in cui, una volta riassorbito l'edema cerebrale, si potranno valutare meglio i danni.