Storia di Raffaele Pastore, imprenditore ucciso dalla camorra il 23 novembre 1996: aveva 35 anni
Aveva 35 anni Raffaele Pastore, imprenditore di Torre Annunziata, nella provincia di Napoli, quando venne trucidato dalla camorra all'intero del suo negozio: era il 23 novembre del 1996. Solo che Raffaele non era un criminale, anzi: nonostante la giovane età, non aveva chinato il capo, non aveva ceduto alla prevaricazione della criminalità organizzata della città oplontina e si era rifiutato di pagare il pizzo. Per questo è stato ammazzato, Raffaele Pastore, a 35 anni, lasciando la moglie vedova e due figli molto piccoli orfani di padre.
Pastore aveva denunciato i suoi aguzzini
I fatti che hanno decretato, di fatto, la morte di Raffaele Pastore, si svolgono due anni prima l'agguato di cui è rimasto vittima. Nel 1994, nel suo negozio di mangimi per animali, in via Carminiello a Torre Annunziata, si presentano due affiliati al clan Gallo-Cavalieri, operante nella città oplontina. A Raffaele chiedono il pizzo: 50 milioni di lire. L'imprenditore non solo si rifiuta di cedere alla richiesta estorsiva e di pagare, ma denuncia anche i suoi aguzzini, facendo arrestare una persona appartenente al clan.
L'omicidio di Raffaele Pastore
Dopo la richiesta del pizzo e la denuncia di Pastore non accade nulla per due anni. Fino al 23 novembre 1996. Quel giorno, nel tardo pomeriggio, intorno alle 18.30, due sicari entrano nel negozio di Raffaele e gli sparano contro 10 proiettili, 8 dei quali vanno a segno: in quel momento l'esercizio è vuoto, fatta eccezione per la madre dell'imprenditore, che viene ferita, per fortuna in maniera non grave. Soccorsi entrambi dal 118, vengono trasportati al Pronto Soccorso dell'ospedale San Leonardo, nella vicina Castellammare di Stabia: poco dopo il ricovero, purtroppo, Raffaele Pastore morirà a causa delle ferite riportate, a 35 anni.