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Scuole chiuse, il Tar Campania respinge ricorso dei No-Dad a Castellammare e Poggiomarino

Il Tar della Campania ha respinto due ricorsi presentati contro la chiusura delle scuole a Poggiomarino e Castellammare di Stabia (Napoli): secondo i giudici le ordinanze con cui è stata disposta la sospensione della didattica in presenza sono fondate per l’alto numero di nuovi positivi nelle due cittadine e per l’incremento di contagi registrato nel mondo scolastico.
A cura di Nico Falco
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Il Tar della Campania ha respinto due ricorsi contro la chiusura delle scuole presentati da genitori di Poggiomarino e Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, territori dove negli ultimi giorni è stato riscontrato un aumento di contagi che gli stessi giudici definiscono "inquietante". Per entrambi i casi la Quinta Sezione del Tar Campania (presidente Maria Abbruzzese) ha ritenuto fondate le motivazioni dietro le rispettive ordinanze sindacali con cui era stata disposta la chiusura delle scuole con sospensione della didattica in presenza a favore della dad, la didattica a distanza.

Per entrambi i ricorsi la camera di consiglio è stata fissata al 16 marzo. I giudici, si legge nelle motivazioni, hanno considerato l'andamento del contagio su scala locale e in particolare "l'incontrollato aumento, in termini assoluti e in percentuale, di nuovi contagi" sia a Castellammare sia a Poggiomarino. Lo scenario viene definito "inquietante", con un +326% registrato a Castellammare di Stabia e un +164% a Poggiomarino, percentuali che in entrambi i casi sono "assai superiori a quanto riscontrabile in altri comuni della Campania e comunque alla media regionale".

Più nello specifico, considerando proprio la situazione strettamente scolastica, i giudici hanno richiamato i dati diffusi dall'Unità di Crisi della Regione Campania, dai quali si evince "una situazione di generalizzata presenza di positivi" nella "popolazione studentesca", altro elemento che conferma "la non irragionevolezza della misura tenuto conto della estrema difficoltà di garantire, in concreto, la continuità educativa "a scacchiera" in presenza in contesti scolastici caratterizzati, in ragione dei rilevati contagi, da un elevato numero di assenze ripartite diacronicamente tra popolazione studentesca, personale docente e non docente".

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