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Sciopero dei taxi a Napoli, circa 500 tassisti occupano piazza del Plebiscito

Sciopero dei taxi a Napoli, in 500 occupano piazza del Plebiscito. La protesta è contro l’art. 10 del ddl Concorrenza, che aprirebbe le porte del libero mercato.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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I taxi questa mattina in piazza del Plebiscito. Foto Ilaria Costabile / Fanpage.it
I taxi questa mattina in piazza del Plebiscito. Foto Ilaria Costabile / Fanpage.it
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Trasporto pubblico a Napoli

Un nuovo sciopero dei taxi questa mattina a Napoli, quando circa cinquecento tassisti si sono presentati in piazza del Plebiscito per occupare simbolicamente il largo spiazzo tra il Palazzo Reale e la basilica di San Francesco di Paola. Prosegue dunque la mobilitazione dei tassisti che dura ormai già da diverse settimane: tra il 5 e il 6 luglio, Napoli era piombata nel caos tra sciopero dei taxi e mezzi pubblici a singhiozzo, letteralmente presi d'assalto da cittadini e turisti. Tassisti che avevano chiesto ed ottenuto in quel caso sia un incontro con il sindaco partenopeo Gaetano Manfredi.

Per cosa scioperano i tassisti

I sindacati che hanno aderito allo sciopero nazionale proclamato dalla categoria stanno protestando in particolare contro il DDL "Concorrenza": di fatto, t tassisti chiedono lo stralcio dell'articolo 10 che aprirebbe le porte all'arrivo delle multinazionali anche nel loro settore, ovvero alla liberalizzazione del mercato. In particolare, l'ira dei tassisti è rivolto ad un passaggio specifico che parla di "adeguamento dell’offerta di servizi alle forme di mobilità che si svolgono mediante l’uso di applicazioni web", nonché "promozione della concorrenza, anche in sede di conferimento delle licenze". Un mercato aperto di cui, di fatto, i tassisti non vogliono sentir parlare. "Abbiamo presentato le nostre rivendicazioni al Governo", aveva spiegato in quei giorni Ciro Langella, presidente Consortaxi Napoli, "la categoria dei tassisti ha già fatto troppi sacrifici in questi anni e sta continuando a pagare i costi della crisi, prima del Covid, poi dei carburanti. Non accetteremo altri attacchi, perché non sarebbe giusto".

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