Sciopero dei mezzi a Napoli venerdì 20 giugno, a rischio bus, metro e funicolari per 24 ore: le fasce di garanzia

Si prospetta una giornata difficile per il trasporto pubblico a Napoli quella di venerdì 20 giugno: è stato indetto, infatti, dalla sigla sindacale USB, uno sciopero nazionale dei trasporti di 24 ore che, nel capoluogo campano, riguarderà anche i mezzi di Anm; a rischio, dunque, i treni della Linea 1 e della Linea 6 della metropolitana, gli autobus e le funicolari. Nella fattispecie, lo sciopero prenderà il via alle ore 3 di venerdì 20 giugno e terminerà alle ore 3 di sabato 21 giugno.
Le fasce di garanzia di metro, autobus e funicolari
Come sempre accade in casi di agitazione sindacale, l'Anm ha comunicato le fasce di garanzia del servizio, vale a dire gli orari in cui è garantito il regolare funzionamento dei mezzi.
Linea 1 metropolitana
- Prima corsa da Piscinola: 6.30
- Prima corsa da Centro Direzionale: 7.10
- Ultima corsa da Piscinola: 9.15
- Ultima corsa da Centro Direzionale: 9.13
- Prima corsa da Piscinola (pomeriggio): 17.07
- Prima corsa da Centro Direzionale (pomeriggio): 17.47
- Ultima corsa da Piscinola: 19.40
- Ultima corsa da Centro Direzionale: 19.29
Linea 6 metropolitana
- Ultima corsa da Mostra: 9.08
- Ultima corsa da Municipio: 9.14
Autobus
Il servizio degli autobus – compresi i filobus e i tram – viene garantito dalle 5.30 alle 8.30 e dalle 17 alle 20. Le ultime partenze vengono effettuate 30 minuti prima dell’inizio dello sciopero e riprendono circa 30 minuti dopo la fine dello sciopero.
Funicolari
- Ultima corsa del mattino: 9.20
- Prima corsa pomeridiana: 17
- Ultima corsa: 19.50
Le motivazioni dello sciopero
All'atto della proclamazione dello sciopero nazionale dei trasporti di 24 ore, la sigla sindacale USB ha comunicato anche le motivazioni dietro l'agitazione sindacale. Ecco quali sono:
- Contro il genocidio in Palestina, la fornitura di armi ad Israele e l’assenza di un intervento concreto per dissociarsi dagli orribili crimini perpetrati dal Governo di Israele, per la rottura delle relazioni diplomatiche e commerciali con Israele e comunque e per interrompere la sistematica azione genocida nei confronti del popolo palestinese.
- Contro la guerra, l’economia di guerra e l’aumento delle spese militari, in aggiunta ai 40 MLD di Euro già previsti per il triennio in corso, per la Pace anche nel conflitto Russia-Ucraina e gli investimenti su Sanità, Scuola, Trasporti, Welfare il cui peggioramento approfondisce le disuguaglianze e la povertà esistenti.
- Contro lo sfruttamento sul lavoro, la precarietà ed il contenimento delle retribuzioni sia in sede di rinnovo dei contratti del settore pubblico sia del settore privato, ad opera di organizzazioni sindacali che sottoscrivono intese impopolari e spesso senza sottoporle all’approvazione dei lavoratori. Per forti aumenti dei salari e delle pensioni, comprese le minime a 1000 euro al mese e il superamento del sistema contributivo, così da permettere di recuperare il potere di acquisto eroso dall’inflazione, per l’approvazione di una misura di salario minimo non inferiore a 12 euro l’ora e per la reintroduzione di un meccanismo di adeguamento delle retribuzioni all’andamento del costo della vita;
- Contro l’assenza di politiche sociali a cominciare dall’emergenza abitativa e la mancanza di piani di sviluppo dell’edilizia popolare, per una seria riforma degli ammortizzatori sociali
- Contro l’assenza di politiche industriali capaci di affrontare le transizioni in corso e di superare la fase di forte conflittualità, innescando un processo di ulteriore deindustrializzazione e sfruttamento delle classi popolari e dei lavoratori.
- Contro la scelta autoritaria in materia di leggi repressive del dissenso e del conflitto sociale, a cominciare dal nuovo decreto sicurezza che introduce numerosi nuovi reati e l’aumento delle pene per impedire lo sviluppo della protesta sociale.
- Contro le morti sul lavoro, per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro.
- Contro la legge “Sbarra” con cui il Governo, approvando frettolosamente quanto proposto dalla Cisl, tenta di scaricare sui lavoratori il rischio di impresa con gravi conseguenze su salari e condizioni di lavoro.