Regionali Campania, Francesca Amirante (Pd): “Con Fico metodo partecipativo contro la destra che toglie risorse al Sud”

Storica dell'arte e docente, Francesca Amirante, è capolista del Partito Democratico alle Elezioni Regionali del 23 e 24 novembre in Campania. A Fanpage spiega perché ha scelto di candidarsi e quali sono i suoi obiettivi nella coalizione del "campo largo" che sostiene Roberto Fico presidente della giunta regionale della Campania per la legislatura 2025-2030.
Perché una docente e storica dell'arte decide di buttarsi in una campagna elettorale che, per molti, è un inferno?
«Inferno? Io non lo sto trovando affatto. È un'esperienza straordinaria. Ti mette in contatto con persone vere, con i territori, ma anche con tanti giovani volontari che ti aiutano, che credono in te. A me interessano le storie, le vite delle persone, e la campagna elettorale è proprio questo: un modo per incontrarle. Quando il Partito Democratico – anche a livello nazionale, con la segretaria Elly Schlein – mi ha chiesto di candidarmi, ho sentito un riconoscimento forte».
Che cosa la muove davvero?
«Ho sempre lavorato per creare connessioni. A vent’anni portavo i giornalisti stranieri in giro per Napoli per far capire la complessità di questa città. Poi ho continuato con l’associazionismo, ma ho scelto di restare insegnante in una scuola media. La scuola è la mia "messa a terra": il luogo dove capisci davvero la realtà. E da lì nascono tante riflessioni sulla politica. In Campania le problematiche sono complesse e diversissime: non possono essere standardizzate. Bisogna decidere insieme su cosa intervenire prima, stabilire delle priorità».
Il centrosinistra si trova davanti una candidatura nuova, quella di Roberto Fico. Come si posiziona il Partito Democratico che viene due legislature targate De Luca?
«Non mi sembra che ci siano difficoltà. Io parlo spesso di “campagna fertilizzante”, l’opposto della “campagna militare”. Non dobbiamo radere al suolo ciò che è stato fatto, ma far crescere ciò che funziona. I dieci anni di Vincenzo De Luca sono stati importanti: sanità, trasporti, scuola. Ora bisogna andare oltre, riavvicinarsi alle persone, aprirsi di più alla società civile. Roberto Fico può rappresentare proprio questo: un metodo più connesso, più partecipativo. E bisogna convincere i cittadini a tornare a votare: l’astensione non è sempre protesta, a volte è una forma di autoesclusione dal proprio diritto di scelta».
Con un governo nazionale di centrodestra, i rapporti con Palazzo Chigi non saranno semplici.
«Innanzitutto, io di centro ne vedo sempre meno. Vedo una destra aggressiva che sottrae risorse al Mezzogiorno. Penso ai fondi tagliati per i trasporti, alla vicenda del ridimensionamento scolastico: questioni gravissime. Si governa con una visione miope, strumentalizzando i problemi invece di affrontarli. Non bastano gli spot. Servono politiche vere, strutturali».
Nella sua proposta da candidata parla delle "aree interne". Ritiene che la politica regionale sia troppo "Napoli centrica" ?
«La Campania non è solo Napoli o Salerno: è fatta di città piccole e grandi, di paesi che custodiscono energie e competenze straordinarie. La parola “provincialismo” va ribaltata: le province non sono un limite, ma un punto di forza. Quando ci si candida per il Consiglio regionale, non si rappresentano solo i 92 comuni di Napoli e provincia, ma l’intera regione. Io credo in un consiglio che conosca davvero i luoghi: se li percorri insieme, scopri connessioni e passioni che possono accendere di nuovo la partecipazione. Perché la politica, prima di tutto, deve tornare a conoscere».