Ragazza trans si suicida a 19 anni a Napoli, la denuncia di Gay Help Line: “Più aiuti contro omofobia”

Lo scorso 24 ottobre, nella sua stanza, mentre la madre non era in casa, Chiara si è tolta la vita: aveva solo 19 anni. Chiara viveva a Napoli, era una ragazza transgender e, per questo, per la sua volontà di essere una donna veniva spesso bullizzata, tanto che già due anni fa, a 17 anni, aveva contattato per la prima volta Gay Help Line, il numero verde contro l'omotransfobia che, da allora, ha seguito la sua vicenda e che ha anche comunicato, purtroppo, la notizia del suo suicidio. "A volte mi chiedo cosa c'è di male? Io mi sento una donna, vorrei truccarmi, vestire al femminile, non da maschio. Vorrei avere più spazio e essere tranquilla…non avere paura. Spero che mi potete aiutare, davvero non so più che fare e mi sento in un labirinto senza uscita" aveva raccontato Chiara al numero verde.
Dopo la denuncia di Chiara, che Gay Help Line l'aveva aiutata a presentare tramite l'Oscad (Osservatorio interforze del Ministero degli Interni contro gli atti discriminatori), la 19enne aveva trovato accoglienza presso una comunità, per allontanarsi dalla sua scuola e dal suo quartiere, dove si sentiva vessata; inoltre, aveva trovato anche il supporto delle associazioni Lgbtq+, ma alla fine non ce l'ha fatta e ha deciso di togliersi la vita.
"Ho seguito Chiara quasi dall'inizio fino a pochi mesi fa, ed unisco il cordoglio a quello dell'associazione, e dei suoi cari, e proprio nella sua memoria lavoreremo per accogliere sempre più ragazze e ragazzi come lei che vengono emarginati dalla società e/o dalle famiglie, sino a che potremo augurandoci che le istituzioni non ci abbandonino, ma anzi ci sostengano con più forza" ha dichiarato Sonia Minnozzi, responsabile della casa famiglia Refuge Lgbt di Gay Center.