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Piazza Mercato, chiedono il pizzo nella zona del clan rivale e finisce in sparatoria

Due estorsori del sodalizio “De Luca Bossa-Minichini-Rinaldi” chiedono il pizzo ad uno spacciatore di piazza Mercato, zona del clan Mazzarella. Una “sentinella” del clan interviene e li mette in fuga a colpi di pistola. Era accaduto lo scorso 12 gennaio 2018: oggi sono stati arrestati tutti e tre.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Avevano chiesto il pizzo ad uno spacciatore del clan rivale, scatenando così una sparatoria nel centro di Piazza Mercato, nel cuore di Napoli. I tre protagonisti della vicenda sono stati arrestati questa mattina dai carabinieri di Napoli, e devono ora rispondere di svariati reati. Si tratta di una "sentinella" di una piazza di spaccio della zona, ritenuto affiliato al clan Mazzarella, e di due "riscossori", ritenuti invece appartenenti al clan "De Luca Bossa–Minichini–Rinaldi", il sodalizio ritenuto riconducibile all'Alleanza di Secondigliano.

L'estorsione e la sparatoria

I due, agendo per conto del clan della periferia orientale di Napoli, si erano presentati a piazza Mercato, considerato invece da tempo "roccaforte" del clan Mazzarella, per chiedere una sorta di "tangente" ad una piazza di spaccio del posto. Ma a quel punto, una terza persona ha estratto la pistola aprendo il fuoco contro i due, mettendoli in fuga. Una sorta di "difesa del territorio", nel quale il gruppo criminale "De Luca Bossa-Minichini-Rinaldi" che da tempo è considerato il sodalizio di spicco dell'area orientale di Napoli, avrebbe cercato di inserirsi. Il tutto è avvenuto nel 12 gennaio 2018.

Arrestati tutti i tre protagonisti

A finire in manetta questa mattina sono stati tutti e tre i protagonisti di questa vicenda: il "pistolero" del clan Mazzarella e i due estorsori del sodalizio "De Luca Bossa-Minichini-Rinaldi". I tre devono rispondere a vario titolo di estorsione e di porto e detenzione illegale di armi, tutti con l'aggravante dalla circostanza del metodo mafioso, come spiegato dai carabinieri del comando provinciale di Napoli. I tre sono stati raggiunti tutti da una ordinanza di custodia cautelare in carcere.

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