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“Per fare il prof si spendono migliaia di euro e non sempre va bene: vi racconto la storia di mio figlio”

Angela, napoletana, racconta la storia del figlio, docente precario Itp che dopo un contratto d’affitto e oltre 3mila euro spesi per abilitarsi, deve risultare rinunciatario.
A cura di Redazione Napoli
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Angela, napoletana, si dice «madre delusa» e «scoraggiata da un sistema scolastico – e non solo – che non funziona per nulla».  Affida a Fanpage la sua testimonianza che giunge proprio nei giorni d'inizio dell'anno scolastico 2025-2026.

«Mio figlio, ventiduenne, è un docente precario Itp (insegnante tecnico pratico ndr.), classe di concorso B015, iscritto nelle GPS della provincia di Firenze. Ha insegnato per due anni in due istituti diversi quando era in seconda fascia, grazie al punteggio costruito con tanti sacrifici economici e personali. Per non dire degli adattamenti forzati sul tema casa: affitti altissimi e problemi di ogni genere».

Il problema dei prof fuori sede è sempre lo stesso: gli affitti e i viaggi a volte pareggiano, a volte superano lo stipendio stesso.

«Finalmente siamo riusciti a trovare un alloggio di civile abitazione, con contratto 4+4, a 1100 € al mese più spese condominiali e utenze. Ha persino spostato la residenza a Firenze, nella speranza di ottenere agevolazioni e incarichi più stabili. Nel frattempo il ministro Valditara ha stabilito che per accedere alla prima fascia Gps (sono le graduatorie provinciali per le supplenze ndr.) servono 60 crediti formativi universitari, non più i 24 Cfu già conseguiti. Ad aprile mio figlio è riuscito a entrare nel percorso di abilitazione da 60 CFU: con grande sacrificio economico e di tempo, poiché lavorava ancora a Firenze ma il corso era a Napoli. Ogni fine settimana ha dovuto affrontare viaggi e tirocinio in presenza: 2500 euro di iscrizione più le spese per gli spostamenti».

Fanpage della "danza" dei crediti che in alcuni casi ha movimenti loschi, si è occupata in una inchiesta, "La cattiva scuola". Il racconto di Angela prosegue: «Speravamo che, inserito nell’elenco aggiuntivo della prima fascia a giugno, avrebbe avuto una nomina sicura. Invece? Il danno e la beffa: nonostante fosse 20° in graduatoria, è stato scavalcato dall’algoritmo perché aveva inserito tra le 150 preferenze una scuola a un’ora e quaranta da casa. Risultato? Considerato rinunciatario. Ma vi pare giusto? Dopo un contratto d’affitto da 1100 euro, la residenza trasferita, oltre 3.000 euro spesi per abilitarsi, deve risultare rinunciatario? È una vergogna. Un ministro che dichiara che non si trovano docenti al Nord per via degli affitti alti, e che poi lascia un algoritmo danneggiare chi con sacrifici enormi cerca di lavorare nella scuola. Cosa dico a mio figlio, quando mi confessa di non avere più fiducia nel sistema?».

La nostra redazione riceve lettere e testimonianze relative a storie che riguardano il mondo del lavoro. Decidiamo di pubblicarle non per dare un'immagine romantica del sacrificio, ma per spingere a una riflessione sulle condizioni e sulla grande disparità nell'accesso a servizi essenziali. Invitiamo i nostri lettori a scriverci le loro storie cliccando qui.

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