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Parla Francesca Iovane, la Tiktoker vittima di body shaming in palestra a Napoli

Francesca Iovane è diventata virale su TikTok con un video in cui, in lacrime, spiega di essere stata derisa e umiliata in palestra per il suo corpo. A Fanpage.it ha raccontato la vicenda.
A cura di Valerio Papadia
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Francesca Iovane
Francesca Iovane

Oltre cinque milioni di utenti hanno visto su TikTok lo sfogo di Francesca Iovane, giovane attivista e content creator napoletana che, in lacrime, in un video ha raccontato di essere stata derisa e umiliata mentre si trovava in palestra a causa del suo corpo. Un video, realizzato "a caldo", subito dopo l'accaduto, nel quale appariva sconvolta per la vicenda: la giovane ha ricevuto però decine di migliaia di commenti di vicinanza e solidarietà – tra cui quello della cantante Fiorella Mannoia – e in un video successivo su Instagram ha rassicurato tutti coloro che si sono preoccupati e prodigati per lei. Così, a mente lucida, a distanza di qualche giorno dall'accaduto, Francesca Iovane ha raccontato la vicenda anche a Fanpage.it.

Francesca. Partiamo dall'inizio: che cosa è accaduto?

Qualche giorno fa mi trovavo nella palestra che abitualmente frequento a Napoli. Era mattina, perché di solito scelgo gli orari in cui la palestra è meno affollata, proprio per evitare episodi del genere. Mi trovavo sul tapis roulant, faceva caldo e quindi sono rimasta in completino: leggins e reggiseno sportivo. A quel punto ho notato dei ragazzi di fronte a me che mi guardavano, ridevano e gonfiavano le guance, come ad imitare le mie. Mi sono sentita male, ho preso tutta la mia roba e sono andata via.

Hai intenzione di tornare in quella palestra?

Assolutamente no. Non ci voglio più mettere piede. Infatti sto cercando un'altra palestra, non mi va di andarci. Il pensiero di poter incontrare di nuovo quei ragazzi, che possa succedere un'altra volta una cosa del genere, mi fa stare male.

Se ora, a mente fredda, potessi dire qualcosa a chi ti ha deriso, cosa gli diresti?

Non mi piace augurare il male a nessuno, non è nella mia natura. Sicuramente, se ora potessi parlare lucidamente a queste persone, gli direi di avere più empatia, di provare a mettersi nei panni delle persone che offendono, umiliano e deridono, di provare a immedesimarsi nel dolore che provocano.

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