Parcheggio Brin nel degrado, il sindacato chiede interventi a Comune di Napoli e Anm

Incuria e degrado al Parcheggio Brin: il sindacato USB torna a chiedere alle istituzioni di mettere in sicurezza il grande parcheggio multipiano proprietà dell'Azienda Napoletana Mobilità, utilizzato ogni giorni da migliaia di pendolari, ormai in una "gravissima situazione di degrado e abbandono", diventando "un luogo indegno e pericoloso, sia per i cittadini che per i lavoratori del trasporto pubblico". Il sindacato denuncia anche le condizioni in un cui si presenta ogni giorno l'area esterna, con "aiuole trasformate in vere e proprie discariche; rifiuti abbandonati ovunque (bottiglie, lattine, materassi, vestiti, coperte); Pavimentazione dissestata ed erbacce alte fino al ginocchio; odore acre di urina e feci che rende insostenibile lo stazionamento dei bus".
Una pessima immagine anche considerando che si tratta di un parcheggio distante poche centinaia di metri dalla Stazione di Napoli Centrale, e dunque quotidianamente frequentato anche da tantissimi turisti. Non va meglio al suo interno: il sindacato Usb denuncia anche "la presenza stabile di persone senza fissa dimora che dormono sul pavimento, talvolta nascoste tra le auto, mettendo a rischio la propria incolumità e quella degli automobilisti che potrebbero non accorgersi della loro presenza; estintori e manichette antincendio vandalizzate e/o fuori uso; muri imbrattati da escrementi, urina e graffiti; odori nauseabondi e condizioni igienico-sanitarie critiche".
"Pur riconoscendo che non tutte le responsabilità ricadano direttamente su ANM", spiega in una nota il sindacato, "è chiaro che nessun soggetto coinvolto può continuare a sottrarsi alle proprie responsabilità. La condizione attuale del Parcheggio Brin è frutto di una mancanza sistemica di manutenzione, controllo e cura, a cui si deve porre rimedio con urgenza". Cinque i punti richiesti alle istituzioni, in quanto "non è accettabile che un luogo chiave della mobilità cittadina si trasformi in una discarica a cielo aperto e in un ghetto urbano, del tutto incompatibile con l’immagine di una città che ambisce ad essere meta turistica e modello di accoglienza".
I cinque punti sottolineati sono:
1. Bonifica completa dell’area esterna e interna, con rimozione dei rifiuti e sanificazione;
2. Ripristino della pavimentazione e messa in sicurezza del sito;
3. Revisione e manutenzione degli impianti antincendio e strutture danneggiate;
4. Presidio e controllo costante dell’area, per garantire sicurezza a lavoratori, cittadini e
persone fragili presenti;
5. Attivazione di un piano strutturale di manutenzione ordinaria e pulizia programmata
da parte di ASIA e soggetti preposti.
"Il silenzio delle istituzioni è complicità", chiude la nota del sindacato Usb, "e oggi, quel silenzio fa più rumore del degrado stesso".