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Omicidio davanti scuola, 7 ergastoli per i killer di Luigi Mignano ucciso il 9 aprile 2019

Sette ergastoli per l’omicidio di Luigi Mignano, ucciso il 9 aprile 2019 davanti la scuola Vittorino da Feltre di San Giovanni a Teduccio. L’uomo stava accompagnando il nipotino a scuola: l’immagine dello zainetto caduto vicino al corpo dell’uomo fece il giro del mondo. L’omicidio maturato nell’ambito della guerra tra i clan di camorra dei Mazzarella e dei Rinaldi.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Sette ergastoli per i responsabili dell'omicidio di Luigi Mignano, il cognato del boss Ciro Rinaldi che morì in un agguato davanti ad una scuola. Di quell'omicidio è rimasto fissato nell'immaginario collettivo lo zainetto lasciato cadere da un bimbo che, come tanti altri, si trovava in quel momento davanti all'istituto scolastico e che solo per miracolo non venne colpito a sua volta. Mignano venne ucciso mentre accompagnava il nipotino a scuola, mentre il figlio, che si trovava con lui, rimase ferito ad una gamba.

Quest'oggi sono scattate le condanne a sette ergastoli per Salvatore Autiero, Pasquale Ariosto, Gennaro Improta, Giovanni Salomone, Giovanni Musella, Umberto Luongo e Ciro Rosario Terracciano, tutti ritenuti di aver fatto parte sia delle fasi preliminari dell'agguato sia di quelle organizzative. Quattordici anni invece ad Umberto D'Amico, nel frattempo diventato pentito e collaboratore di giustizia. La vicenda destò molto scalpore per le modalità feroci dell'agguato, avvenuto davanti alla scuola Vittorino da Feltre di San Giovanni a Teduccio.

L'omicidio di Luigi Mignano, avvenuto il 9 aprile del 2019, fin da subito venne inquadrato in quella che è una guerra ormai trentennale tra i clan di camorra dei Rinaldi e dei Mazzarella per il controllo di Napoli Est, con i Luongo-D'Amico a fare da "supporto" a questi ultimi. Mignano fu raggiunto su via Ravello da una pioggia di proiettili: i killer, con inaudita ferocia, spararono senza minimamente curarsi della presenza né del nipotino né degli altri bambini. Proiettili che devastarono l'automobile dove proprio il piccolo si trovava ma che rimase illeso perché nascosto dietro i sediolini. Fuori, intanto, madri e padri terrorizzate coi propri figli scappavano per portarli in salvo da quell'agguato che avrebbe potuto avere conseguenze ancora peggiori. Nel giro di poche settimane scattarono gli arresti per i primi indagati, tra i quali i sette oggi condannati all'ergastolo. Lo scooter su cui viaggiavano i killer era stato ritrovato invece a San Giorgio a Cremano, poco distante: lo avevano dato alle fiamme per tentare di cancellare ogni prova.

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