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Nuovo Lungomare di Napoli, il progettista: “Ispirato alla città di Luciano De Crescenzo”

Il progettista del nuovo Lungomare di Napoli, Paolo Discetti, a Fanpage.it: “L’abbiamo immaginato richiamandoci alla tradizione della cultura napoletana e agli attimi rappresentativi della città fotografati da Giorgio Sommer e nobilitati da Luciano De Crescenzo. Perché la pietra etnea e di Trani? La prima c’è già in piazza Garibaldi e via Toledo, la pietra bianca utilizzata anche a Palazzo Reale”. I lavori dureranno 14 mesi.
Intervista all' Ingegnere Paolo Discetti
Progettista dello studio Discetti Servizi Integrati di Ingegneria
A cura di Pierluigi Frattasi
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“Quando abbiamo immaginato il nuovo Lungomare di Napoli abbiamo provato a coniugare il passato con il futuro della città: le tradizioni della cultura napoletana e gli attimi rappresentativi della città fotografati da Giorgio Sommer e nobilitati da Luciano De Crescenzo. Il risultato è un lungomare arricchito nelle sue funzioni, dove alle attività commerciali si alternano spazi di relazione con panchine dove sedersi e guardare il mare, a cui oggi si dà in generale le “spalle” sedendosi sulla balaustra". Non ha dubbi l'ingegnere Paolo Discetti, dello studio Discetti Servizi Integrati di Ingegneria, guidato assieme al fratello ingegnere Enzo e al padre architetto Antonio, che, insieme a Tecno In S.p.A., ha realizzato il progetto esecutivo del nuovo lungomare di via Partenope.

"Coniugare le esigenze del futuro guardando al passato – spiega Paolo Discetti – è un atto d’amore per la storia di una città, che in  molti hanno descritto nel tempo, raccontando la cultura, le tradizioni ed attimi, dalla bellezza incredibile, in grado di raccontare una storia di una città".

Luciano De Crescenzo illustra la storia del Lungomare di Napoli
Luciano De Crescenzo illustra la storia del Lungomare di Napoli

Come sarà il nuovo Lungomare di Napoli? 

Abbiamo voluto rappresentare i caratteri di Napoli, che è una città inclusiva proiettata verso il mare a cui tutti rivolgono lo sguardo accompagnando le proprie emozioni. I cittadini potranno passeggiare sul Lungomare e sostarvi sedendosi negli spazi di connessione presenti sul marciapiede lato degli edifici. Abbiamo valorizzato gli spazi di transizione presenti tra le diverse attività, con arredi urbani, aree verdi e sedute secondo un’idea generale condivisa con il Comune e Soprintendenza, al termine di un percorso progettuale iniziato da diverso tempo con studi ed analisi progettuali operate dall’Università Federico II.

Il rendering della nuova via Partenope in pietra etnea
Il rendering della nuova via Partenope in pietra etnea

Perché avete scelto la pietra lavica etnea e la pietra bianca di Trani e non i basoli vesuviani?

La scelta del materiale, prevista dal progetto iniziale, è stata richiesta dalla Soprintendenza al fine valorizzare la storia del Lungomare e della città Napoli. Abbiamo operato una ricostruzione storico – fotografica del Lungomare ed eseguito molte prove sui materiali, con campioni e composizioni in scala naturale, anche in riferimento agli spessori, al cromatismo ed alle modalità di posa in opera degli elementi, in ragione della specifica finitura prevista e della destinazione funzionale, e chi sarà chiamato ad eseguire i lavori dovrà garantirne la regola d’arte. La pietra lavica vesuviana non è più estraibile e le cave sono chiuse da moltissimi anni. La pietra etnea a Napoli oggi è presente su via Toledo, piazza Municipio e piazza Garibaldi, mentre la pietra dalla tonalità chiara è visibile anche nei pavimenti del Palazzo Reale di piazza del Plebiscito, oltre che nelle recenti realizzazioni delle sistemazioni superficiali della Metropolitana della città. Inoltre, la pietra di Trani oltre a definire l’architettura degli spazi di connessione, lungo le percorrenze, consente di mitigare l’effetto dell’isola di calore.

Una veduta notturna di via Partenope rifatta
Una veduta notturna di via Partenope rifatta

Anche la pista ciclabile sarà in pietra lavica. È sicura?

L’utilizzo della pietra lavica era già previsto nel progetto definitivo approvato dalla Soprintendenza e noi abbiamo studiato una lavorazione con una finitura realizzata con una sega ad acqua, per garantire le caratteristiche funzionali.

Quanto dureranno i lavori?

Il progetto prevede, in base alle lavorazioni previste, una durata 420 giorni, per un costo complessivo di spesa di 13,2 milioni di euro.

Quando si potrà partire?

Non sta a noi a dirlo, in generale dipende dai tempi di tecnici connessi alla procedura di gara, che sarà una procedura aperta, così come previsto dal codice. Sarà molto importante il controllo esecutivo, la qualità e l’organizzazione dell’operatore che risulterà aggiudicatario dei lavori  perché il lungomare di Napoli riveste una valenza internazionale.

La circolazione dei veicoli sarà interrotta con i lavori?

Noi abbiamo previsto una cantierizzazione per step e micro cantieri consentendo una viabilità  parziale ed una funzionalità operativa, sia per le attività presenti che per i cittadini. Non è escluso che l’organizzazione che sarà proposta, dal futuro appaltatore, possa prevedere un approccio in modalità “doppio fronte” riducendo le tempistiche esecutive.

Il Lungomare è tra le vie di fuga cittadine in caso di pericolo, sarà tutelata questa possibilità?

La configurazione progettuale prevede due corsie veicolari che potranno essere utilizzate in caso di emergenza o di necessità, come adesso per le circostanze connesse alla criticità della Galleria Vittoria.

Che fine faranno i tavolini dei ristoranti?

È previsto l’allargamento dei marciapiedi lato edifici ed i dehors non sono oggetto della progettazione, ma in ogni caso si dovrà realizzare la pavimentazione dove oggi risultano le installazioni. Abbiamo definito un’architettura in grado di coniugare le diverse esigenze, raccordando gli spazi anche attraverso l’arredo urbano ed il verde uniformando la prospettiva delle percorrenze e la multifunzionalità del Lungomare.

Il lungomare di Santa Lucia in uno scatto del fotografo Giorgio Sommer
Il lungomare di Santa Lucia in uno scatto del fotografo Giorgio Sommer

Sono previsti tavolati sulle scogliere del Lungomare?

Questa parte esula dalla nostra progettazione e presumo che la relativa realizzazione necessiti di studi specifici e valutazioni dedicate, considerando le mareggiate verificatesi recentemente.

Alcuni hanno obiettato che con i lavori si spezzerà la linearità del lungomare tra via Caracciolo e via Partenope, che ne pensa?

La funzionalità oggi è differente, così come la tipologia di traffico consentita, fermo restando l’attuale criticità della Galleria. In ogni caso le zone di raccordo avranno un passaggio graduale, ma l’ingombro complessivo non varierà.

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