Nuova ordinanza per il ras di “Abbasce Miano”: in carcere gestiva droga e cellulari

Il traffico di droga e cellulari in carcere passava dalle mani di Alessio Peluso, che gestiva la vendita e manteneva i rapporti con l'Alleanza di Secondigliano, rafforzando il controllo del cartello camorristico anche dietro le sbarre: ricostruzione degli inquirenti, che ha portato ad una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere per il giovane ras di "Abbasce Miano". La misura arriva al termine delle indagini del Nucleo Investigativo centrale (Nic) della Polizia Penitenziaria, che erano partite da un episodio incredibile: Peluso aveva sparato contro altri detenuti con una pistola che, si sarebbe poi scoperto, si era fatto consegnare con un drone. A marzo 2024, l'operazione della Squadra Mobile di Frosinone che aveva smantellato un'organizzazione che gestiva i traffici illeciti in 19 carceri italiane.
La sparatoria nel carcere di Frosinone
La vicenda risale al 19 settembre 2021, il motivo sarebbe da ricercare in frizioni tra Peluso e gli altri detenuti coinvolti; si sarebbe trattato di una rappresaglia in seguito a un pestaggio e, secondo gli inquirenti, di un atto dimostrativo del clan per riaffermare la propria operatività. Per quella storia il ras di Napoli nord è accusato di triplice tentato omicidio premeditato, di porto e detenzione di arma. Dalle indagini è emerso che Peluso, anche dopo quell'episodio, continuava a comunicare con il proprio clan sebbene fosse ristretto in istituti di alta sicurezza.
Il traffico di droga e cellulari
Le prime misure cautelari dell'indagine nata da quella sparatoria erano arrivate nel marzo 2024. La Squadra Mobile di Frosinone (dirigente Flavio Genovesi, oggi alla guida del commissariato di Cassino) aveva ricostruito l'organigramma dell'organizzazione, individuando vertici e gregari; tra i destinatari dei provvedimenti, molti soggetti ritenuti legati a clan di camorra. Ed erano stati identificati anche quelli che si occupavano materialmente delle consegne, che venivano gestite per ben 19 carceri italiane: l'organizzazione, nata nel 2020 nel carcere di Secondigliano, poteva contare su due dronisti di fiducia e su un esperto informatico che li modificava.