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Novax vaccinati per finta a Napoli, le chat dei dipendenti Asl arrestati: “Siamo i più forti”

Nelle chat intercettate i due arrestati per le finte vaccinazioni all’Asl Napoli 1 si complimentavano tra loro: “Siamo o non siamo i più forti?”.
A cura di Nico Falco
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"Non te la fa… la spruzza fuori, però voi fate la fila normale… solo quando deve iniettarla non la inietta". Così tranquillizzava in chat una potenziale cliente Rosario Cirillo, l'Oss del San Giovanni Bosco di Napoli arrestato dai carabinieri del Nas nell'indagine sulle false vaccinazioni all'Asl Napoli 1. Dialogo avvenuto su Telegram, che la donna considerava più sicuro di WhatsApp. Lei, le diceva, sarebbe dovuta andare all'hub di Capodimonte e chiedere di una persona precisa: Giuliano Di Girolamo, infermiere professionale, dipendente dello stesso ospedale e anche lui finito in manette.

Il dialogo è agli atti nell'ordinanza che ha portato all'arresto per la coppia. I clienti identificati, e ora sotto indagine, sono una trentina: ci sono intere famiglie, con genitori e figlio minorenne al seguito, ma anche insegnanti, altri dipendenti sanitari, persino dipendenti del ministero dell'Interno. Alcuni arrivavano anche da altre regioni, raggiunti dal passaparola che, in certi circuiti degli ambienti novax, si è mosso veloce. Il costo dell'operazione era di 150 euro (anche se qualcuno è riuscito ad ottenere uno sconto ed a pagare soltanto 100 euro); li incassava Cirillo, incontrando i falsi vaccinandi in luoghi concordati di volta in volta, come l'esterno del Bosco di Capodimonte e il parcheggio del San Giovanni Bosco.

False vaccinazioni all'Asl Napoli 1, arrestati infermiere e Oss

I militari hanno appurato che le simulazioni, mirate naturalmente ad ottenere il green pass, erano state effettuate tra novembre e dicembre e nei primi giorni di gennaio. L'infermiere è stato incastrato dalle videocamere installate nell'hub dopo la denuncia partita dall'Asl Napoli 1; nelle immagini si vede la tecnica usata dall'uomo quando ha davanti il cliente con cui il complice ha concordato la finta vaccinazione: si sposta in modo da coprire la visuale al medico presente e maneggia la siringa in modo diverso.

Erano due i sistemi per simulare la vaccinazione: Di Girolamo utilizzava una siringa vuota oppure si limitava ad avvicinare l'ago alla pelle, spruzzando quindi il farmaco sul batuffolo di ovatta che poi veniva fissata sul braccio come medicazione; in questo secondo modo veniva sprecata anche una boccetta di vaccino.

La paura degli arrestati: "Erano tutti insieme al box"

I due credevano di avere messo in piedi un sistema ben rodato e al riparo da ogni controllo e si complimentavano tra loro: "Siamo o non siamo i più forti? Prima di farli avevano i dubbi, poi dopo non sapevano cosa darci. Volevano darci il vino, il caffè, volevano perdere tempo comunque", scrive Cirillo, e Di Girolamo risponde: "Simm ruoss assai, frate'", ovvero, siamo grandi, fratello.

Il passaparola, però, aveva causato anche qualche imprevisto. Come il 7 dicembre 2021, quando il box in cui era Di Girolamo, il numero 6, era stato assegnato alle terze dosi: in difficoltà ad accogliere i clienti, che erano lì per le prime e le seconde dosi, l'infermiere aveva detto al complice di chiamare tutti per farli andare via. "Dici che non è cosa per cortesia – aveva scritto – sto in difficoltà seria, poi cancella tutto" (riferendosi alla chat, ndr.

In un'altra occasione Di Girolamo ha creduto di essere sul punto di venire scoperto. Colpa di chi aveva "acquistato" la simulazione e non aveva rispettato le indicazioni su quando e come andare all'hub. "Stavo viaggiando bene e ne ho fatti tre – dice l'infermiere in conversazione vocale su WhatsApp – si sono presentate dieci persone davanti al box mio, dieci! Ha detto la dottoressa, ma che cos'è tutta questa folla qui fuori! Mi sentivo morire, Rosario! Mi sentivo… ho rischiato malamente… Rosario, sono venuti tutti e tredici… sono venuti tutti e tredici alle otto stamattina… ho detto buttatevi fuori, fuori al giardino e andatevene… eh, no, mi sono trovato in difficoltà!".

Paura che però è durata poco: ha continuato con le simulazioni anche quando era ormai palese che nell'hub fossero presenti i carabinieri del Nas e che, verosimilmente, fossero alla Fagianeria proprio per controllare le vaccinazioni.

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