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Covid 19

Non sono le file per i vaccini Covid che devono far vergognare la Campania

La fila del vaccino in Campania non è quella di cui ci dobbiamo vergognare. Medici, infermieri, portantini, autisti di ambulanze, impiegati Asl che ieri erano in attesa per attendere il vaccino devono sapere che molti napoletani sperano di fare la loro stessa fila prima possibile. E devono anche sapere che molti napoletani quelle attese del sistema sanitario campano le conoscono già da anni.
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Di tutte le file, di tutte le lunghe attese dell'anno appena trascorso proprio non riesco a vedere quella – peraltro durata un solo giorno – alla Mostra d'Oltremare di Napoli come negativa o addirittura «indegna», così definita dal sindaco di Napoli Luigi De Magistris, ormai ridotto a umarell dei fatti della sua città, più  a suo agio come commentatore da Massimo Giletti che come sindaco.

Vincenzo De Luca ha colpe importanti nella gestione, fallimentare, del sistema sanitario della Campania e nessuno meglio di Fanpage.it può dirlo, ma la coda, la lunga fila per inoculare la prima dose di vaccino Covid19 Pfizer-Biontech a medici, infermieri e operatori sanitari per quanto sicuramente fastidiosa, disorganizzata e necessitante di migliorìe non può diventare un "caso". Non è giusto, non è corretto: chi ha atteso è tornato a casa con qualcosa che gli cambierà la vita, è tornato a casa con la possibilità di salvare se stesso e gli altri da un virus che nella sola Campania ha fatto ad oggi 3mila morti.

Allora, direte, è giusto soffrire aspettando in strada e sotto la pioggia? Assolutamente no. Ma è giusto dimensionare la lamentela rispetto al momento assolutamente eccezionale che stiamo vivendo, rispetto alle estreme condizioni di conservazione del vaccino Pfizer-Biontech che va tenuto a bassissime temperature e una volta scongelato inoculato rapidamente.

In questo lungo e difficile anno appena trascorso altre file hanno o avrebbero dovuto far vergognare i campani. Le file di ambulanze davanti agli ospedali quando i posti in terapia intensiva e in degenza non c'erano e si curava la gente in auto. Le file sugli inefficienti e inefficaci mezzi pubblici a Napoli, vergognose perché hanno messo a rischio contagio tanta gente. E ancora: le file agli stabilimenti turistici o davanti ai locali quando in estate si è aperto tutto e molta gente ha pensato di fregarsene del virus mettendosi in tasca il senso di responsabilità.

Medici, infermieri, portantini, autisti di ambulanze, impiegati Asl che ieri erano in fila per attendere il vaccino devono sapere che molti napoletani sperano di fare la loro stessa fila prima possibile. E devono anche sapere che molti napoletani che non lavorano nel settore sono costretti a farle già, quelle file, magari non chilometriche ma comunque problematiche: al triage di un pronto soccorso, in attesa per un ticket, dal medico di base, aspettando notizie, aspettando una maledetta Tac o una biopsia.  Dunque chi vuole si lamenti pure. Ma si renda conto del contesto ed eviti le pagliacciate.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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