“Non ce l’ho chi unisce librerie e ristoranti. Ma i libri devono essere i protagonisti”, dice Francesca Mazzei di Colonnese

"Il turista sa che in queste strade non si viene solo per il mandolino e per il cibo, che fanno sicuramente bene all'economia, ma anche, come sempre, per la cultura". A dirlo è Francesca Mazzei, che dal 2018 è titolare, con la sua famiglia, della storica libreria Colonnese. In città le librerie Colonnese si trovano a non molti metri di distanza. La prima, quella storica, è affianco al Conservatorio di musica San Pietro a Majella, a due passi da Port'Alba, l'altra è in via San Biagio dei Librai, vicina a via San Gregorio armeno, la celebre strada dei pastori, cuore pulsante dell'economia tradizionale napoletana. Raggiunta da Fanpage, la giovane libraia ci ha spiegato com'è gestire una libreria in città. Continua con lei il viaggio di Fanpage all'interno delle librerie di Napoli.
Francesca Mazzei, a Napoli si riesce a vivere di cultura, con una libreria indipendente?
"Non è facile. Sappiamo che nel sud Italia anche la spesa per la lettura è più bassa che in altre regioni. Anche l'Italia è terzultima in Europa per indice di lettura. La situazione è più difficile rispetto ad altre parti perché qui cambia proprio l'atteggiamento di chi entra in una libreria. Però credo che a Napoli ci sia una cosa molto positiva, la capacità da parte dei librai di reinventarsi, di sapersi adattare alle esigenze dell'attualità e soprattutto di saper promuovere il territorio, come fanno diverse librerie del centro storico che hanno scelto di non andare in concorrenza l'una contro l'altra grazie anche all'identità che ognuno ha scelto per sé".
Quindi quali tipi diversi di librerie si possono trovare?
"C'è chi si occupa di etnologia, chi si occupa di storia, chi si occupa di antiquariato. È anche questo che rende diversa una libreria indipendente da una libreria che è invece di catena. Così, forse, ha anche più senso che aprano più librerie nella stessa zona, è positivo. In questo modo il lettore sa che in queste strade non si viene solo per il mandolino e per il cibo, che fanno sicuramente bene all'economia, ma anche, come sempre, per la cultura. Trovo molto bello, ad esempio, quello che sta facendo Lorenzo Marone con la sua libreria ‘Luce', dove i libri si fondono con le emozioni".
E Colonnese come si inserisce in questo quadro, come si caratterizza?
"Le nostre librerie sono caratterizzate essenzialmente da una proposta che riguarda la storia locale, la storia di Napoli. Ci dedichiamo anche al Meridione, all'esoterismo, insomma a quei reparti un po' più di nicchia che però, ecco, il lettore a noi affezionato sa che entrando può trovare. E trova cose che non si possono trovare in una libreria di catena. Così come alcune cose che loro offrono noi non le abbiamo. Le novità editoriali, quelle dei grandi scrittori che fanno migliaia e migliaia di copie vendute noi non le prendiamo neanche in considerazione. Cerchiamo di proporre anche la saggistica, la narrativa napoletana. Cerchiamo di resistere con la nostra cultura".
La famiglia Mazzei è legata anche a un altro progetto. Una scommessa sulla quale punta da tempo.
" Sì, la ‘Saletta rossa'. I lavori per la sua apertura, nella storica via di Port'Alba, stanno procedendo bene e speriamo di aprire entro quest'anno. Non facciamo promesse di date, però ci siamo quasi. Saranno diversi piani in cui ci si potrà immergere nella cultura e nei libri. I primi due piani saranno tutti dedicati alla libreria, ci sarà di nuovo la sala eventi dove svolgeremo attività culturali, festival e quant'altro. Ci saranno anche delle sorprese e non mancherà anche un caffè letterario".
Cibo e libri. Quindi è un accostamento possibile?
"Io credo che oramai lo sia diventato. Giustifico l'accostare un'attività di ristorazione alla libreria. È una cosa che non mi sento di condannare. Tuttavia bisogna sempre capire in che quantità ci saranno i libri e in che quantità ci sarà il cibo. In città ci sono sempre più posti del genere, come la libro-pizzeria ai Quartieri Spagnoli. Ecco, quella non è stata secondo me una gran bella mossa, perché lì andiamo verso un turismo di qualità diversa. Però, ecco, accostare un caffè letterario a una libreria, e che in questo modo sostenga l'attività libraria attraverso anche gli eventi, questo assolutamente io lo condivido e non lo condanno".