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Nicola Cosentino in carcere a Rebibbia: “referente per i Casalesi”, deve scontare 10 anni

L’ex sottosegretario del Governo Berlusconi è da ieri sera in carcere a Roma; la condanna a 10 anni diventata definitiva, la Cassazione ha respinto il ricorso.
A cura di Nico Falco
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Si è costituito ieri sera, poco prima delle 20, nel carcere romano di Rebibbia, Nicola Cosentino, l'ex sottosegretario all'Economia e in passato uomo di punta del centrodestra in Campania: la condanna a 10 anni di reclusione è diventata definitiva, è stato riconosciuto responsabile di concorso esterno in associazione mafiosa; secondo i giudici sarebbe stato, e per tutta la sua carriera politica, in stretto contatto col cartello camorristico dei Casalesi, tanto da poter esserne considerato il referente a livello nazionale.

Il politico e imprenditore di Casal di Principe (Caserta) è stato coinvolto, dal 2013, in almeno quattro importanti processi, di cui tre per reati di camorra; è stato assolto in via definitiva nel processo "Il Principe e la Scheda Ballerina", nato da indagini sul voto di scambio politico-mafioso nel Casertano, e in quello cosiddetto "Carburanti", mentre è stato condannato nel processo chiamato "Eco4", dal nome del consorzio che si occupava della raccolta rifiuti in numerosi comuni del Casertano.

Proprio in questo procedimento è stato accusato dalla Dda di Napoli di essere il "referente a livello nazionale del clan dei Casalesi". La condanna in primo grado, inizialmente 9 anni di reclusione, era arrivata il 17 novembre 2016, emessa dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Il 21 luglio 2021, un anno dopo, la Corte di Appello di Napoli aveva confermato la condanna aumentando la pena a 10 anni. Ieri l'esito del ricorso in Cassazione presentato dagli avvocati di Cosentino (Stefano Montone, Agostino De Caro ed Elena Lepre): istanza rigettata e condanna diventata definitiva.

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