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Covid 19

Napoli, tavolette del Wc al posto dei tavolini: flash mob dei ristoratori senza spazio all’aperto

Alcuni ristoratori del centro storico di Napoli hanno organizzato oggi un flash mob per chiedere ristori e indennizzi per i commercianti che, non avendo spazi all’esterno, sono costretti a tenere ancora chiuse le loro attività. I manifestanti hanno “indossato” tavolette del water che hanno utilizzato a mo’ di tavolini.
A cura di Valerio Papadia
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È andata nuovamente in scena, nel pomeriggio di oggi, martedì 18 maggio, la protesta di alcuni ristoratori del centro storico di Napoli che, non avendo spazio all'aperto, sono ancora costretti a tenere chiusi i loro esercizi commerciali (fatta eccezione per l'asporto e per il delivery). Nel primo pomeriggio odierno, alcuni ristoratori sono scesi tra i vicoli del centro storico di Napoli, "indossando" tavolette del water, che sono state appese al collo e utilizzate a mo' di tavolino: la manifestazione, infatti, è stata denominata "Siamo finiti nel ces…".

I ristoratori che, non avendo spazio all'esterno, non possono ancora aprire i loro esercizi commerciali – il decreto del governo andato in vigore lo scorso 26 aprile stabilisce che la consumazione sul posto è consentita solo per bar e ristoranti con spazio all'aperto – chiedono indennizzi e ristori per i mancati guadagni di questo mese (circa) nel quale hanno dovuto tenere ancora le saracinesche abbassate.

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Non appena il decreto del governo era andato in vigore, i ristoratori – Nives Monda di Taverna a Santa Chiara e Massimo Di Porzio di Umberto 1916 – avevano fatto partire una petizione su Change.org, indirizzata al premier Mario Draghi, per chiedere indennizzi per le attività senza spazio all'esterno, che ha raccolto finora quasi 12mila firme.

"Le nuove regole anti-covid consentono l'apertura soltanto ai ristoranti che dispongono di spazi esterni. Ciò comporta una discriminazione all'interno della categoria poiché, nel nostro paese, un'attività su due non potrà riaprire e riprendere a lavorare come le altre. Tale misura colpirà in modo più incisivo le piccole attività di territorio che si trovano nei centri storici delle città, dove gli spazi a disposizione per l'occupazione di suolo sono molto ridotti. Per attutire l'effetto di questa ingiustizia economica, chiediamo indennizzi da parte del governo che siano commisurati al mancato incasso che tali esercizi realizzeranno" si legge nel testo della petizione.

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