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Napoli sporca e piena di cumuli di rifiuti, è fallita la ditta che raccoglie i cartoni

Tornano i cumuli di rifiuti a Napoli. Da giorni la città è sporca. È fallita una delle 4 ditte della raccolta dei cartoni. È emergenza.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Foto Fanpage.it
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Tornano i cumuli di rifiuti a Napoli. Da giorni la città è sporca. Invasa da montagne di carta e cartone non raccolti. Il motivo? È fallita una delle 4 ditte che raccolgono i cartoni per conto di Asìa e del Comune di Napoli. Da qui, è scattata una situazione di emergenza che dura ormai da parecchi giorni. Enormi cumuli di cartone in prossimità delle campane della raccolta differenziata si vedono ormai in tutte le strade, in particolare del centro storico. "Una delle società della raccolta del cartone è fallita – spiega l'assessore all'Ambiente Paolo Mancuso a Fanpage.it – Stanno distribuendo la competenza alle altre tre ma c'è il problema del riassorbimento dei lavoratori, per la clausola sociale". Quanto dureranno i disagi? Difficile a dirsi, ma l'assessore Mancuso rassicura: "Stiamo seguendo la vicenda e la risolveremo ad horas".

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Asìa: "Stiamo tamponando con i servizi"

Il fallimento di una delle quattro aziende ha creato una situazione di emergenza alla quale si sta cercando di porre rimedio. "Una società incaricata da noi con contratto ha lasciato all’improvviso senza preavviso – spiegano da Asìa a Fanpage.it – Stiamo tamponando con i nostri servizi e con servizi terzi. Ma abbiamo già pubblicato un nuovo bando per trovare un'altra società che possa sostituirla".

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Esposito: "Servono verifiche sui negozi"

Sulla vicenda è intervenuto anche il consigliere comunale Gennaro Esposito, che ha pubblicato le foto di enormi cumuli in Calata Trinità Maggiore, a pochi passi da piazza del Gesù. Quel cumulo, spiega Esposito, "è stato rimosso con un intervento straordinario in serata, ma domani si riformerà d’accapo a causa del fatto che il centro storico ha subito un notevole incremento di attività commerciali che si sono installate anche in buchi di pochi metri quadri che, molto probabilmente, non potrebbero neppure avere la licenza sanitaria per svolgere attività di somministrazione. Questa è una cosa che ho detto molte volte nei miei interventi in Consiglio Comunale è nelle Commissioni. Le soluzioni: 1) una verifica da parte dell’ASL (Unità operativa di prevenzione collettiva) e del SUAP per accertare la idoneità dei locali adibiti a commercio; 2) controlli e sanzioni a tappeto per chi sversa in questo modo; 3) limite alla concessione delle licenze commerciali per somministrazione di alimenti e bevande".

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