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Covid 19

A Napoli con il Covid chiusi 1.300 negozi, Della Corte (Confcommercio): “Ora arrivato anche il caro bollette”

Carla Della Corte, presidente Confcommercio Napoli, a Fanpage.it: “Molti negozi e boutique trasformati in bar o garage. Circa 100 hanno chiuso per sempre”
Intervista a Carla Della Corte
Presidente di Confcommercio Napoli
A cura di Pierluigi Frattasi
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"A Napoli dal 2020, con la pandemia del Coronavirus, risultano cessate circa 1.300 attività commerciali. Molti negozi, boutique ed esercizi di vendita al dettaglio, si sono trasformati soprattutto in bar, pizzetterie o garage. Circa un centinaio, invece, ha chiuso per sempre i battenti. Un tunnel dal quale non si vede l'uscita. L'inizio del 2022 è stato drammatico, i saldi non hanno funzionato, abbiamo avuto la città deserta a causa dei contagi. Poi, il caro bollette con aumenti anche del 120% e si prevedono altri rincari su luce e gas per la guerra in Ucraina. Il governo ci aiuti". Non le manda a dire Carla Della Corte, presidente di Confcommercio Napoli, che a Fanpage.it si fa portavoce delle enormi difficoltà che stanno vivendo le imprese commerciali in questi anni. Dopo due anni di pandemia da Covid19, di cui adesso si cominciava a vedere qualche spiraglio di uscita, la nuova tegola degli aumenti delle bollette energetiche.

Presidente, chi soffrirà di più i rincari di luce e gas?

Il caro bollette peserà soprattutto sui pubblici esercizi e sui negozi con grandi metrature, i grandi centri commerciali che hanno consumi elevati di elettricità, ma anche i bar e i ristoranti che hanno necessità di mantenere sempre accesi i frigoriferi. Purtroppo, si prevede una crisi molto dura, se non ci saranno aiuti da parte del Governo Draghi. Finora ha aiutato soltanto la grande industria. Noi speriamo che ci possano essere presto dei ristori anche per le piccole imprese e tutti gli esercizi commerciali, altrimenti sarà un disastro.

Qual è la situazione nella città di Napoli?

Se si guardano i dati di Unioncamere, per quanto riguarda la città di Napoli, il numero complessivo delle attività commerciali negli ultimi 10 anni è diminuito di poco, restando intorno alle 30mila unità. Ma in realtà abbiamo assistito ad un fenomeno di chiusure massicce a macchia di leopardo. Le piccole attività commerciali sono progressivamente scomparse dalle aree più marginali del centro storico: Vicaria, Sanità, Stella, parte alta di Montecalvario, Mercato, Pendino, con numerose chiusure anche in Via Duomo e Corso Umberto. Nelle zone dove più intensi sono i flussi turistici, abbiamo assistito ad una massiccia sostituzione di attività commerciali tradizionali con esercizi alimentari e di ristorazione. Un fenomeno che ha coinvolto oltre 100 attività nella sola area dei Decumani.

Cosa significano questi dati?

In generale, il commercio di vicinato sta scomparendo nelle aree del centro storico più degradate o meno interessate dai flussi turistici. Si calcola che in queste zone sono scomparse negli ultimi 20 anno oltre 300 attività senza essere sostituite da null'altro. I locali commerciali molto spesso sono stati adibiti a garage e rimesse di motorini.

Qual è, invece, la situazione nel resto della Campania?

Il numero delle imprese commerciali in Campania è cresciuto da 110.721 nel 2012 a 112.744 nell'ultimo trimestre 2021, secondo i dati Unioncamere. In provincia di Napoli le aziende sono passate da 58.182 nel 2012 a 63.972 nell'ultimo trimestre 2021. Questo dato potrebbe apparire in controtendenza rispetto ai dati nazionali, ma in realtà anche in Campania abbiamo assistito ad una progressiva, rilevante diminuzione delle attività commerciali nei centri storici. In generale, si può riscontrare un calo medio del 10% delle attività commerciali nei centri storici delle città campane. Le attività commerciali sono solo in parte sostituite da attività di bar e ristorante. Una buona metà degli esercizi chiusi resta con le saracinesche abbassate.

Come va nelle altre province?

A Salerno in 10 anni le attività nel centro storico sono passate da 300 nel 2012 a 244 nel 2021, un calo del 20%. In altre località, il calo è stato del 10% in dieci anni come a Caserta – da 521 a 472 – o a Torre del Greco – da 826 a 695 – o ad Avellino – da 570 a 548.

Carla Della Corte, presidente di Confcommercio Napoli
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