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Mostra d’Oltremare, il Comune tratta per vendere l’Hotel Esedra al Grand Hotel Vesuvio

Il Comune di Napoli pronto a vendere Palazzo Canino, sede dell’Hotel Esedra della Mostra d’Oltremare, l’albergo 4 stelle con parcheggio a piazzale Tecchio. In pole position per l’acquisto c’è il Grand Hotel Vesuvio, già socio di maggioranza della struttura ricettiva di Fuorigrotta, al servizio del polo fieristico.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Il Comune di Napoli pronto a vendere Palazzo Canino, sede dell’Hotel Esedra della Mostra d’Oltremare, l'albergo 4 stelle con parcheggio a piazzale Tecchio. In pole position per l’acquisto c’è il Grand Hotel Vesuvio, già socio di maggioranza della struttura ricettiva di Fuorigrotta, al servizio del polo fieristico. L’Hotel Esedra nel 2019 ha registrato un fatturato di 2,5 milioni di euro, con perdite per 311mila euro. Bilanci che si chiudono in rosso ormai dal 2015, quando le perdite ammontavano a 1,3 milioni. Nella delibera di razionalizzazione del Comune di Napoli appena approvato la dismissione del Palazzo, attraverso negoziazione diretta, è slittata di un anno al 31 dicembre 2021. La Mostra al momento detiene circa il 20% delle quote dell’albergo.

I revisori: “Ok alla vendita all’Hotel Vesuvio”

“La partecipazione della Mostra d’Oltremare nella Palazzo Canino s.r.l. – scrive il Collegio sindacale, organo di supervisione contabile dell'Ente fieristico – incorpora una quota di minoranza sulla quale pesano delle limitazioni che, nell’attuale rapporto costi-benefici, la rendono difficilmente liquidabile fuori dai confini del contesto societario”. Pertanto, “la chiusura di un accordo consensuale, tutto interno alla proprietà, permetterebbe opportunamente di sterilizzare il rischio di contenzioso per il socio pubblico”. La Mostra d’Oltremare S.p.A., alla luce delle considerazioni suesposte formulate dal Collegio Sindacale, ha avviato una trattativa con il socio di maggioranza (Grande Albergo Vesuvio S.p.A.) per la cessione della partecipazione detenuta nella Palazzo Canino s.r.l.

Palazzo Canino, conti in rosso dal 2015

L’operazione è partita alla fine dell’anno scorso, quando il Consiglio di Amministrazione della Mostra d'Oltremare S.p.A.il 25 novembre 2019 ha “conferito formale incarico al proprio organo di controllo di redigere una relazione mirata a stimare il valore della partecipazione detenuta nella Palazzo Canino s.r.l., propedeutica all'alienazione della stessa. In tale relazione, che è stata notificata alla società committente in data 27 marzo .2020, si può leggere, tra l’altro, che la Palazzo Canino s.r.l versa in una perdurante situazione di disequilibrio complessivo (economico, finanziario e strategico) ed è incapace, pertanto, di “creare valore” per sé e per i differenti portatori di interessi; che i patti parasociali tra il socio di maggioranza (Grande Albergo Vesuvio S.p.A.) e quello di minoranza (Mostra d’Oltremare S.p.A.), che disciplinano “la dotazione dei mezzi finanziari necessari”, non sono stati più rinnovati, sebbene, a parere del socio pubblico, siano tuttora efficaci”.

Nel 2019 venduto il complesso di via Terracina

La Mostra d’Oltremare ha approvato il piano di razionalizzazione a settembre 2018 che prevede diverse dismissioni. Tra queste, a marzo 2019 è stato venduto il compendio immobiliare di in via Terracina (che ha reso possibile la definizione transattiva dell'esposizione debitoria con Unicredit S.p.A. mediante il rimborso parziale di 1,3 milioni di euro a saldo e conseguente stralcio del restante ammontare, pari a circa 3,4 milioni di euro, nonché la liquidazione della cartella di pagamento relativa a debiti Ici ed Imu, notificata dalla Agenzia per le Entrate/Riscossione per conto del Comune di Napoli).

Nel 2020 zero dismissioni, rinviate al 2021

Le dismissioni immobiliari che dovevano concretizzarsi quest’anno però “non si sono perfezionate e ne è stato previsto il differimento in parte al 2021 ed in parte al 2022. A ciò deve aggiungersi che la emergenza sanitaria derivante dalla diffusione del "Covid 19 ha avuto importanti ripercussioni sull'andamento della società, determinando una significativa contrazione dei ricavi di natura commerciale e, seppure in misura meno marcata, dei ricavi afferenti alle locazioni ed alle concessioni immobiliari”.

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