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Napoli, morto operaio nel cantiere della metro Linea 1: trovato in un fossato

Morto l’operaio Luigi Manfuso, 59anni, sul cantiere del metrò della Linea 1. L’episodio è avvenuto nella giornata di ieri, presso il cantiere della stazione Tribunale. Il lavoratore, secondo le prime ricostruzioni, è stato ritrovato nel fossato della banchina dei treni. L’uomo è poi deceduto in ospedale. Indaga la magistratura.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Morto un operaio sul cantiere del metrò della Linea 1. L'episodio è avvenuto nella giornata di ieri, presso il cantiere della stazione Tribunale. Il lavoratore, Luigi Manfuso, di 59 anni, secondo le prime ricostruzioni, è stato ritrovato nel fossato della banchina dei treni. L'uomo sarebbe poi deceduto in ospedale. Le dinamiche di quanto accaduto sono al vaglio dell'autorità giudiziaria, che dovrà appurare se si è trattato di un incidente sul lavoro oppure di un malore. A denunciare l'accaduto Massimo Sannino, sindacalista della Filca Cisl Campania, il sindacato dei lavoratori edili. La stazione Tribunale della Linea 1 è la fermata di intermezzo tra la stazione Centro Direzionale e la stazione Poggioreale, attualmente tutte ancora in costruzione, nell'ambito del progetto di estensione della linea ferroviaria metropolitana, fino all'aeroporto di Capodichino. L'allarme è stato lanciato dai colleghi, che ad un certo punto, non vedendo più l'operaio, hanno cominciato a cercarlo, ritrovandolo poi a terra dove si trova la banchina dei treni.

Tantissimi i messaggi di cordoglio per la morte dell'operaio che stanno arrivando in questi momenti alla famiglia per la terribile e prematura perdita. Il lavoratore era benvoluto e stimato da tutti. "L’amministrazione comunale – si legge in una nota del Comune di Napoli – partecipa commossa al dolore della famiglia, degli amici e dei colleghi di lavoro di Luigi Manfuso, morto mentre era sul posto di lavoro in un cantiere della Metropolitana. Manfuso, operaio di Gragnano che lascia moglie e due figli, è l’ennesima vittima di una morte ingiusta ed assurda, in una giornata che registra un altro tragico incidente sul lavoro in Toscana, e che ripropone l’assoluta urgenza di una legislazione sul lavoro sempre più incentrata sulla tutela e sulla sicurezza dei luoghi di lavoro".

Capuozzo (Filca Cisl): "Fare luce sulle morti in cantiere"

"Non si ferma quella che ormai si può definire per i numeri e per la continuità degli episodi quasi quotidiani, condizione indegna in un paese civile – afferma il dirigente sindacale della Filca Campania, Massimo Capuozzo – È notizia di oggi l’ennesima vita spezzata su un cantiere edile a Napoli, lavori metropolitana “Stazione Tribunali”. La vittima è un operaio della provincia di Caserta, iscritto di lungo corso della Filca Cisl Campania. Sono ancora in corso gli accertamenti per capire se si tratta di una tragica fatalità o qualcosa che non ha funzionato nei protocolli di sicurezza attivi sul cantiere, che dovrebbero garantire di lavorare in totale sicurezza. È un obbligo morale verso tutti, afferma il dirigente, capire cosa è successo e garantire il nostro supporto alla famiglia del lavorare. I numeri delle morti sul lavoro, ormai si possono definire da guerra. Occorre una azione congiunta di tutte le parti coinvolte per far si che non si muoia più di lavoro".

Passaro (Fillea Cgil): "Servono maggiori tutele sul lavoro"

"Un nuovo incidente mortale è avvenuto nel cantiere della linea 1 della Metropolitana, nel tratto compreso tra il Centro Direzionale e Capodichino. A morire di lavoro, Luigi Manfuso, 59 anni, dipendente della società ICM per conto di Metropolitana di Napoli. Luigi lascia due figli e la moglie. Non possiamo chiamarle ‘disgrazie', è urgente rimettere mano alla legislazione nazionale sul lavoro, introducendo il reato di ‘omicidio colposo' e riaprire una stagione contrattuale che recuperi un maggiore potere di controllo e contrattazione sull'organizzazione nei luoghi di lavoro". Così, in una nota, il segretario generale della Fillea Cgil di Napoli, Giovanni Passaro. "Di fronte all'ennesima morte sul lavoro – afferma Passaro – si solleveranno sempre le solite grida di indignazione e di denuncia. Le stesse che ascoltiamo ad ogni infortunio mortale, ormai una media di tre al giorno. Indignazione necessaria e ampiamente motivata, ma non sufficiente. È invece urgente intervenire sulle cause che stanno alla base di questi tragici infortuni". "Fuori da ogni scrupolo, è bene – secondo Passaro – non sottovalutare la propensione delle imprese a ridurre i costi, a risparmiare sulla sicurezza, a spingere fino ai limiti irraggiungibili i ritmi di lavoro". "La sempre maggiore ricattabilità della forza lavoro, assieme alle responsabilità delle imprese nel ridurre i costi per la sicurezza – conclude Passaro – stanno alla base di questa micidiale impennata di infortuni mortali".

 Ruotolo: "Non esiste fatalità, investire nella prevenzione"

"Continua la strage di morti sul lavoro. Nelle ultime ore dobbiamo registrare altre tre vittime. A Carrara nel distretto del marmo, ad Arezzo e infine a Napoli dove ha perso la vita un operaio, impiegato nel cantiere della Metropolitana di Napoli. Bisogna investire in sicurezza, in prevenzione che vuol dire assunzione del personale necessario per i controlli sui luoghi di lavoro. Oggi più che mai, bisogna dar vita all'istituzione della Procura Nazionale del Lavoro e valutare d'inserire nella legislazione sul lavoro il reato di omicidio colposo e pensare a una regia unica d'intervento: un coordinamento nazionale degli enti per tutelare la salute e la sicurezza sul lavoro. Non chiamateli incidenti sul lavoro. Nessuna fatalità". Lo afferma in una nota il senatore Sandro Ruotolo del Gruppo Misto e componente della Commissione d'inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sicurezza sui luoghi di lavoro.

Le morti bianche in Campania

Solo domenica scorsa, 5 settembre, un altro incidente mortale sul lavoro in Campania aveva strappato la vita all'operaio 34enne Francesco Martino di Pomigliano d'Arco, morto travolto da un braccio meccanico. Sulla base delle ricostruzioni dei carabinieri, il 34enne stava lavorando alla manutenzione di un mezzo pesante, chiamato in gergo tecnico balestra. Nonostante il tempestivo intervento dei soccorsi, per lui non c'è stato nulla da fare.

A Marcianise un altro operaio è morto schiacciato da una pressa

Alcuni giorni prima un altro operaio di 34 anni è morto dopo undici giorni in rianimazione a seguito di un incidente nell'azienda dove lavorava: Ivan Salvatore è morto in una fabbrica di imballaggi nella zona industriale di Marcianise, comune in provincia di Caserta. Il 34enne sarebbe rimasto schiacciato da una pressa che gli avrebbe sfondato la gabbia toracica. A dare l'allarme sono stati i suoi colleghi. Dopo complesse operazioni per liberarlo, Ivan è stato trasportato in ospedale in condizioni gravissime. Il 34enne, dopo una lunga agonia, non ce l'ha fatta.

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